Una quarantina d'anni fa, precisamente nel 1972, alla Mondadori, venne in mente di creare una delle più belle riviste mai apparse tra gli scaffali quotidianamente colmi delle edicole italiane: "Il Mago - La rivista dei fumetti e dell'umorismo". Mario Spagnol, il primo direttore, raccoglieva, per pubblicazione mensile, le strisce, le vignette, le storie, le avventure che meglio illustravano il panorama fumettistico internazionale. Le suddivideva per autore e le stampava su un giornalone (di dimensioni di poco superiori alle computisterie scolastiche) ben confezionato, che avrebbe fatto "scricchiolare" seriamente l'allora esclusiva egemonia di Linus e di Eureka.
Dopo qualche numero venduto con un notevole riscontro di pubblico, approda alla "magica" rivista, il celebre tandem Fruttero&Lucentini (azz'). Sarà la svolta che donerà il giusto pregio alla meravigliosa raccolta. Inutile dire che gli autori inclusi in ogni numero erano e sono di uno spessore indiscutibile. Purtroppo qualcuno è caduto indegnamente nell'oblio, e qualcun'altro è stato celebrato poco ai posteri. Si spera sempre in una rivalutazione che in qualche modo, doni loro l'aura di cui dovrebbero giustamente godere.
Nell'area "strisce", circolavano le simpaticissime vignette mute e non di Quino con un occhio di riguardo per la celebre Mafalda, le surreali avventure di Giuseppe o Giorgio Giorgio detto Giorgio di Jacovitti, le immagini mute di Ziggy, l'ingenuo pupazzo dalla testona sferica di Tom Wilson e quelle oscillanti tra il grottesco e il sadico di Joachim Kupke. Le giraffe di Mordillo senza tralasciare quelle sportive e quelle del mago Wiz o di B.C. gli allegri trogloditi di Parker & Hart. Qualcuno ricorda i discolacci Bibì e Bibò di Harold Knerr? E Momma di Mell Lazarus? E il faraone Nilus del buon Franco Origone?
Nel settore "storie", invece, molte eccellenze che erano stranamente state messe da parte, vennero gloriosamente riproposte, così come molti altri autori sconosciuti, ebbero l'irripetibile possibilità di affacciarsi, anche timidamente su quei paginoni per figurare poi tra i più validi fumettisti del mondo. Veggasi i nostri Vittorio Giardino con Sam Pezzo, l'investigatore americano che profumava di ambientazioni tutte italiane, Daniele Panebarco con Big Sleeping e Massimo Cavezzali con la divertentissima spia sovietica Ivan Timbrovic. Verranno rispolverate le prime avventure di Braccio di Ferro e il dimenticato Sappo disegnati da Segar, le strampalate situazioni di Don Chisciotte e Pippo, Pertica e Palla per mano del grande Jacovitti, Mio Mao di Pat Sullivan e i bellissimi adattamenti del Mito di Cthulhu, ovvero la trasfigurazione dei racconti dell'orrore di Lovecraft mediante la matita di Alberto Breccia e Norberto Buscaglia. Poi Asterix, Lucky Luke, e l'Anita di Crepax.
Come sempre in Italia le cose belle durano poco. Dopo otto anni di brillante carriera, "Il Mago" è costretto a raccogliere i ferri per una pensione indegna. I costi di produzione risultano alti e rimane difficile rimanere al passo con le spese per nuove pubblicazioni. Muore così una raccolta-mito del fumetto internazionale, oggi praticamente introvabile. Personalmente devo a mio padre la scoperta di questa bellissima opera. Fortunatamente ne custodisce diversi numeri che avrò corroso nello sfogliarli.
Un bel tuffo in un passato quasi prossimo?
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