Le basse frequenze e le velocità relative sono sempre stati elementi costanti tra i miei ascolti, ma quest’anno si preannuncia un autunno particolarmente interessante per simil-eventi, quindi inizio a calibrare un po’ le orecchie. Per i Monolord tocca aspettare fine Ottobre, e questo Vænir non lo conoscevo: me lo sono incuffiato oggi ed ho fatto tipo la bestiola in copertina, spero stasera di uscire dal laghetto.
E’ probabile che se mi trovo qui a scriverne due bojate sia un po’ colpa della seconda metà del disco, anche se questa è una bella dispensa di obesi riffoni doom in generale. Innanzitutto perché contiene almeno un brano che alza davvero il polverone, in cui segue a ruota un interludio verosimile ad una sabbathiana Solitude interpretata da un Les Claypool della Frog Brigade: paragone un po’ colorato per descrivere un disco dal mood in realtà non poco opprimente.
Died A Million Times
The Cosmic Silence
I diciassette minuti della conclusiva Vaenir esemplificano il disco, un blocco scolpito nella materia oscura ed orchestrato da un cantato space rock che rifrange distorsioni di certi Electric Wizard. Un doom che fonda la sua persistente cadenza nel groove, reso estremamente denso dalle psichedeliche distorsioni dei riff con qualche nostalgica parentesi in clean. Bello, ma anche bello prolisso, il che lo rende adatto forse solo ai tesserati.
Comunque, qualche sassolino dal laghetto credo proprio me lo terrò.
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