Che cos'è questo lento affogare in sogno mediterraneo, caldo ed umido, soffocante nel suo lento incedere, febbrile nel suo liturgico ascetismo, spaventoso per la sua profondità, che cos'è?

Cosa sono questi odori, questi profumi che portano alla mente l'Asia minore, il vicino medio oriente, l'India, Scilla e Cariddi, la Circe, il pellegrinare tra popoli (e quasi per osmosi assorbirne in parte la loro essenza) di un' esausto Ulisse.

"In Absentia Christi" è il primo full lenght dei nostrani Monumentum, leggendario gruppo sorto attorno al leader e massimo compositore polistrumentista Roberto Mammarella, musicista apprezzato per l'immenso coraggio delle sue proposte ed oggi fondatore/mastermind della casa discografica SoundCave/Avantgarde Rec (vi piacciono i Katatonia? Andate a controllare ad esempio "Brave, Murder, Day" e date un'occhiata alla casa discografica che lo ha pubblicato). Tanto per rendere meglio l'idea del personaggio, vorrei ricordare che il leggendario "Live in Leipzig" dei Mayhem fu progettato, realizzato e finalizzato a quattro mani fra il nostro ed il mitologico Euronymous e quindi pubblicato sulla prima incarnazione della Avantgarde Rec, cioè la Obscure Plasma Records.

E già che siamo in tema di label discografiche, vi vorrei far notare che un'altra stranezza/particolarità: l'album che ci apprestiamo a scoprire sarebbe dovuto uscire per la Deathlike Silence, di proprietà di Euronymous stesso, ma visto che un bel giorno il boss della "mafia satanica norvegese" si risvegliò morto accoltellato, tutto passo nelle mani della Misanthropy Records, la quale aveva da poco pubblicato il disco d'esordio di Varg Vikernes, cioè l'assassino di Euronymous.

Detto di questi fatti si cronaca targati anni '90, direi che possiamo passare ad analizzare il nostro "In Absentia Christi".

Visto quanto detto appena sopra, molti di voi potrebbero pensare che ci troviamo di fronte un album della forti connotazioni black ed ironicamente vi dico che non siete affatto lontani: il nero, meglio se opaco, è il fondamento di questo album, è la base su cui si stagliano composizioni apocalittiche di una sofferenza inaudita, compulsioni masochistiche che trascinano l'ascoltatore in un vortice di emozioni atterrite. Se a livello musicale state pensando ad un black metal di stampo nordico, vi dico che siete estremamente fuori strada (anche se il mood che si viene a creare ascoltando questo Lp, mi riporta alla mente la malvagità che seppero infondere gli Abruptum nel debut "Obscuratatem avoco amplectere me"): è praticamente impossibile descrivere a chiare lettere quale sia il suono tipico MonumentuM, poiché non esiste una continuità d'intenti tra le rare release del gruppo, ad esempio doom metal d'avanguardia che molto deve ai Celtic Frost di "Morbid Tales/Emperor' Return" per quanto riguarda il demo "Musaeum_Hermeticum" (A.D.1989), mentre già nello split Ep con i leggendari Rotting Christ ci troviamo di fronte ad una deriva di natura prettamente death rock/dark (Christian Death's Rozz Wiliams era) anche se vengono mantenuti ancora forti legami con il mondo metal, per non parlare delle componenti dub/trip hop di depeche modiana memoria dei successivi "Ad Nauseam" e "Metastasi". Quindi il caleidoscopio sonoro che i nostri sanno dipingere è veramente originale e altresì complesso da metabolizzare.

"In Absentia Christi", come detto innanzi, è il primo Lp dei nostri ed è sicuramente un capolavoro assoluto in fatto di originalità poiché mai altrove si erano sentite sonorità simili, che riecheggiano di metal (pochissimo), prog e cantautori italiani anni '70 (Goblin su tutti a livello musicale, ma citazioni palesi nella copertina interna di una canzone di Mia Martini ripresa in inglese), electro goth (meravigliosa la cover di "Fade to Grey" dei Visage, per di più cantata in francese della guest vocalist Francesca Nicoli degli Ataraxia), musica etnica e tribale sulla scia dei Dead Can Dance di "The Serpent's Egg", il tutto su base musicale che richiama l'uso del concept, dato che l'incipit dell'opener "Battesimo-Nero Opaco" fa da tratto d'unione fra le 10 songs che compongono l'album in questione.

Dieci songs magiche, intrise di profumi metafisici, di metempsicosi, di carnevali macabri, di lucido delirio, di atmosfere ricche di suoni ma nichiliste negli intenti, di magia irripetibile ed unica e non ultimo di cultura poetica italiana.

Provate ad ascoltare "On Perspective of Spiritual Catharsis" e ditemi se non è così, lasciatevi andare al suono contorto di "Nephtali" (già presente su "Musaeum_Hermeticum" ma qui chiaramente stravolta) o sprofondate lentamente nell'oscurità de "La noia", il cui testo altro non è che una libera interpretazione e traduzione de "Sulla noi e Disperazione, di Giacomo Leopardi .

In conclusione due parole sulla prova dei singers/declamatori Andrea Zanetti e Francesca Nicoli: eccezionali nell'accompagnare la deviata deriva sonora con trasporto e lascivia, personalità e sofferenza.

"In Absentia Christi" è un album che non deve assolutamente mancare nella discografia di ogni amante della musica più intimistica ed esoterica.
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