Non saprei quale rara congiuntura astrale abbia consentito l'allunaggio in quel di Fordongianus - minuscolo centro ubicato all'interno della arcigna terra Sarda - dei coniugi americani titolari del progetto space rock-psychedelico Moon Duo; l'occasione di poterli scrutare a due metri di distanza, dopo averne origliato con interesse i vinili, istiga la immediata presa al balzo.

A scaldare l'audience prima di loro ci pensano gli apprezzati virgulti locali Fujima autori di un rockettone vispo & vegeto dichiaratamente ispirato a Pixies (sempre siano lodati, ça va sans dire) e Velvet Underground con un chitarrista adeguatamente disordinato; si vocifera che a breve registreranno un non meglio definito "qualcosa": staremo a sentire.

Tornando ai due imperscrutabili coniugi lunari sembra che tra una data e l'altra del tour europeo abbiano deciso di moltiplicarsi: dietro un essenziale set percussivo presenzia un aitante giovanotto dalla folta chioma e dall'insistito battito animale in grado di fornire un elementare tappeto ritmico di natura squisitamente ossessiva perfetto per il chitarrismo acido e pervicace del barbuto Ripley Johnson, già nei californiani Wooden Shjips, di cui i Moon Duo a tutti gli effetti sembrano una versione liofilizzata, e per le circolari tastierozze della lungocrinita Samae Yamada.

Rispetto ai brani immortalati nei due LP in studio le versioni dal vivo deficitano leggermente di quella spaziale multicromaticità che caratterizza il loro avvolgente rock pissichedelico; le keyboards della statuaria Samae vengono un po' sacrificate sotto i robusti kilowatt espulsi dalla chitarra di Mr.Johnson: il suono d'insieme chiaramente ne guadagna in fisica acidità con conseguente aumento del livello di coinvolgimento delle oceaniche folle riversatesi sotto il palco, numerabili intorno alle 250 unità; un set di un'ora e mezza abbondante nel quale parecchi brani vengono stropicciati a dismisura assumendo di fatto le sembianze di autentici tour de force psycho-rock con la chitarra strapazzata a farla da padrone in preda a montanti dissonanze e effetti para-stroboscopici.   

In definitiva un concertillo bello ruspante e riuscito la cui unica - lieve - pecca è stata il siderale tempo di attesa: il set dei nostri è iniziato non prima della mezzanottemmezza. Sigh!   

Non resta che rendere grazie ai giovani & laboriosi facitori del microbico chiosco Frames che per soli 5 Euro cadauno - beveraggio compreso - hanno organizzato per benino il tutto, per giunta a soli dieci metri dal sito delle originali Terme di epoca Romana: che un po' di sana qultura agreste, tra una Ichnusa e l'altra, non fa mai male.

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