MAI avrei pensato di innamorarmi di un gruppo di orientamento "Viking", anche se l'aggettivo in questione non basta per descrivere a fondo il sound dei monumentali Moonsorrow!
L'anno scorso, infatti, mi chiamò un amico e mi disse di seguirlo alla volta di un concertone di gruppi metal vicini , per musica e attitudine, al folklore nordico.
Inizialmente mi dimostrai riluttante ma siccome di concerti ne ho sempre visti pochi (mannaggia a certe compagnie di amanti del cantautorato!), mi feci coraggio e mi recai con l'entusiasta sodale a questo evento sonoro dai toni paganeggianti.
Dopo aver sbuffato per alcune ore (c'erano bands pacchianissime come gli Arkona, Dio mio!) ecco giungere, finalmente, il momento dei tanto attesi e chiacchierati Moonsorrow. Aveva ragione il socio! Un gruppo più unico che raro!
Da lì iniziò il mio amore per la formazione finlandese e l'ascolto assiduo di album come "Sudden Uni" o "Verisakeet".
Solo recentemente mi sono avvicinato al loro ultimo "Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa", album dal titolo lunghissimo che sta a significare: "Come ombre camminiamo nella terra dei morti".
Qui il Viking comunemente inteso è ridotto al minimo. Sembra di avere a che fare, piuttosto, con un ibrido sonoro che pesca dai Bathory più epici, dai vecchi Satyricon e dagli Opeth. Un disco bellissimo e piacevolmente tetro, dove il fiero animo dei nostri guerrieri si sposa con elementi Black Metal, Heavy e perfino Doom.
Non sto a citarvi le singole canzoni (titoli e testi in lingua prettamente finnica), né dettagli di natura tecnica.
Musica da ascoltare con attenzione ma al contempo con il cuore! Piacerà anche a coloro i quali non hanno mai apprezzato questo lato del metal. Sicuro!
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