“Il battito di ali di una farfalla in Brasile, può, a seguito di una catena di eventi, provocare una tromba d’aria in Texas”. Edward Lorenz, meteorologo. 29 Dicembre 1979

Il cosiddetto “butterfly effect”, ovvero l’espressione metaforica della Teoria del Caos, che pone limiti definiti alla prevedibilità dell'evoluzione di sistemi complessi non lineari. Nulla di più azzeccato per provare a spiegare il contenuto dell’ennesimo, ottimo lavoro dei portoghesi Moonspell, che nuovamente hanno mutato il proprio aspetto musicale. Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi ed è quindi impossibile prevedere il comportamento che un sistema caotico avrà dopo un intervallo di tempo, breve o lungo che sia.

E chi mai avrebbe creduto che i Moonspell, dopo essere passati dal black metal iniziale di “Under The Moonspell” e dal gothic di “Irreligious”, potessero dare vita a qualcosa di tanto caotico? Si, perché è il caos il padrone di “The butterfly effect”. Un padrone che però non rovina il suo regno, ma lo rende disparato e originale.
E viene a crearsi così, un ibrido tra le sonorità doom basilari e tra distorsioni acide e tribalismi violenti, con il supporto di anormali strutture gotiche industriali. Emerge tradizionalmente nel sound la loro dedizione al male, che le chitarre esprimono a volte in modo decadente e sensibile, e a volte in modo debordante.

L’uso dell’elettronica, simile a quello dei grandi Depeche Mode, e i romantici arrangiamenti degli archi che compaiono in alcune song, sono l’effetto sorpresa del disco. Il suono downtuned delle chitarre e i growl che Ribeirio emette in diversi brani (Soulsick, Lustmord su tutte), ricalcano le orme del passato; i suoni tribal tipo vecchi Sepultura (Butterfly fx) e il dance-floor metallico (I am the eternal spectator) sono inseriti in un contesto sul quale sarebbe possibile mettere insieme tanti generi ancora. Non mancano gli episodi lenti (Can’t Bee e Dissapear here) dove il combo lusitano abbandona le stesure morbose e corrosive, lasciandosi trasportare da brani più razionali.

Aspettando l’uscita del nuovo album, possiamo ribadire con estrema sicurezza che “The Butterfly Effect” è la dimostrazione tangibile che i Moonspell sono una delle più belle realtà del gothic doom-metal, vista la loro polivalenza e la loro voglia di sperimentare, che li mette inevitabilmente in continua discussione.

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