1998. Scenetta.

"Sai, ho scritto un testo per il mio nuovo album", disse Trey Azagthoth al suo migliore amico(?)
"Mmmh... di che si tratta?"
"Ehm, la solita storia di.. Satana, gli... Antichi,... Chtulhu, gli Dei... ehm... Babilonesi e ... roba simile: senti qui"
"Ah... ehm... sì"
"Me-Zu-Me-Pa-Ku-Ku-De-Hul"
"...cosa?!"
"Me-Zu-Me-Pa-Ku-Ku-De-Hul!!! Me-Zu-Me-Pa-Ku-Ku-De-Hul!!!"
"..."
"Bil-At Kir-Zal Za-A-Kam Ki-Aga-Du-Kas-Du Da-Ra-Es Mu Ga Im-Mi-In-Nin-Ana-Si-Anna Ga Sa-Ga-Ar-Za-A-Kam Ne-Su-Ub-Du Ne-En-Mu Ga Sa-Ga-Ar"
"Mi prendi per il culo, Trey"
"Spirits of the Deep Waters, remeeeeeeeeeeeember!!!"
(esce di scena delirando)

Questa intro vuole rendere l'idea del disco: imbarazzante. Probabilmente non è un caso che nessuno lo abbia recensito ancora. E so già che molti non saranno d'accordo con me. Pazienza.
Quando devo trattare un gruppo che apprezzo molto, io stesso ho difficoltà (come è ovvio) a parlarne in termini non proprio lusinghieri: credetemi qui è difficile dare più di 2, ci vuole coraggio.

A parte le menate babilonesi, che possono piacere a qualcuno, ma che ritengo abbastanza artificiose, il lato musicale lascia un po' (troppo) a desiderare: è un disco (a confronto dei precedenti) registrato male, volutamente magari, comunque con pochissime idee e scarsa voglia. Le voci filtrate di Azagthoth/Tucker sono uno scempio bello e buono, un vero attentato alla salute mentale dell'ascoltatore.

Certo non vorrei passare - proprio io - per quello che ridicolizza gratuitamente il metal e l'esoterismo che l'accompagna (importantissimo in gruppi che idolatro, tra cui Nile e Behemoth) ma qui è un'altra cosa. Manca il filo conduttore, manca lo stile, manca praticamente tutto!

Avverto le schitarrate di questo disco come la cosa più falsa e stereotipata degli ultimi anni. Al di là della banalità del titolo (che è un "alias" del 666, the number of the beast(!), dato che FFF=666, e blablabla), siamo decisamente alla frutta: i soliti "ingredienti", e di conseguenza la solita "minestra".

Il nostro trio è feroce, aggressivo e non molto compatto, e tutto quel che potete sentire qui potrebbe essere un bootleg in cassetta, visto che si scorgono poche (peggiorate) caratteristiche diverse rispetto ai lavori precedenti. Anche i titoli, per rendere l'idea, sono quasi gli stessi(!). I soliti riff crudi e tanto per cambiare acerbi, i soliti fischi della chitarra, il nuovo growling più scontato dell'universo, giusto qualche arpeggio e qualche parte "ambient" che fanno sperare in meglio: ma è tutto vano, purtroppo.

FFTF è un'accozzaglia di mezze-idee che dovrebbero stare in 3 dischi differenti. Credetemi, ho difficoltà a credere che questi siano gli stessi artisti di capolavori come "Blessed Are The Sick" e "Covenant" - e, a ben vedere, non lo sono, in effetti. Sembra che le "cose" siano piazzate appositamente per fare sensazione. Artificiose, o peggio, a casaccio. Forse molto dell'orrore, come accennavo, dipende dalla mancanza di Dave Vincent: questo può essere un motivo.

Segnalo tracce eccessivamente caotiche e "zappate"(nel senso peggiore del termine) come "Chambers Of Disease", pezzi che dimentichi dopo 10 secondi come "Heaving Earth", oscenità pseudo-death come "Umulamahri". Il clima è vagamente tenebroso e debolmente malato, e mi scuote decisamente troppo poco. Certo, esistono anche aspetti positivi: esiste sì quest'atmosfera cupa, ma (per una volta) non riesce a conquistarmi. Esistono anche episodi buoni, quali "Hellspawn: The Rebirth", "Covenant Of Death", lo sfoggio di sweep-picking di "Hymn To A Gas Giant", e pochi altri. Ma è troppo poco.

Paradossalmente, la seconda parte del disco - dalla traccia 8 in poi - è superiore alla prima, in particolare "Invocation Of The Continual One" ed "Hymnos Rituales De Guerra" che si richiama vagamente alla celebre "Sylvester Anfang", eseguita da Schnitzler per il primo disco dei Mayhem. Ma non ci siamo ancora, potevano tagliare 7-8 brani (inutili) e il 2 sarebbe diventato 2 e mezzo (ad essere buoni). Davvero faccio fatica a credere che FFTF sia osannato su qualunque webzine, mentre esistono gruppi fantastici, di cui non parla nessuno, che sono 1000 volte migliori dei MA di questo disco.

Che passo falso, che delusione.

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