Dracula, il Principe delle Tenebre, il Signore dei Vampiri. Poveretto, si sarà piantato un paletto nel cuore da solo dalla disperazione nel vedere quanto inflazionata è la sua figura nell'immaginario collettivo contemporaneo, non ultimo nell'ambito musicale (e diciamolo, metal in particolare). "'Una fotocopia dei Cradle of Filth quindi?". No. No, non aspettatevi del black metal "romantico" in stile "Dusk And Her Embrace"-era e tantomeno somigliante alle proposte successive. No, nulla di tutto ciò.
In questo "Moroi" (2009) i Morbifer - polacchi, da non confondere con un'omonima band italiana di Cosenza dedita al depressive black metal - ci propongono un black metal piuttosto grezzo, anche se più pieno e non "ronzante" (e quindi in parte più fruibile da chi non sopporta il classico "ronzio" black metal). L'album - dalle informazioni che ho potuto ricavarne (sono piuttosto assenti le informazioni in rete) - è un concept sulla figura del vampiro. Le lyrics sono completamente (o quasi) in polacco, ma sono riuscito a carpire qua e là un "vrykolak" e un "strigoi", per constatare che di vampiri si parla e il titolo stesso dell'album - "moroi" - si riferisce alla figura del vampiro nel folklore romeno.
Dal punto di vista concettuale non posso andare oltre queste considerazioni, passiamo quindi alla musica. Come già detto, qui si trova del black metal, ma il tutto è contornato da parti atmosferiche, acustiche e a tratti spunta una certa attitudine alla melodia. L'album si apre con "Smierc Szkarlatna": una parte atmosferica, fatta di rintocchi di campane, un tamburo marziale e alcuni synth che simulano degli strumenti a fiato, un'introduzione d'effetto e per nulla pacchiana; irrompe infine un black metal a metà tra il marcio e l'elaborato, né arzigogolato, né troppo raw, che sta in un buon equilibrio. Lo screaming proposto è piacevole e risulta essere quasi al limite del growl. Niente paura quindi per chi non sopporta "urla" e "schiamazzi" vari. Il pezzo è alternato da parentesi acustiche - caratteristica dell'album - le quali però non risultano sempre ben amalgamate al resto della composizione. La transizione infatti è spesso grossolanamente effettuata tramite "fade-out" e "fade-in". A parte questo, le parentesi acustiche sono anche piacevoli. La successiva "Krol W Czerni" è accompagnata da alcuni synth per nulla invadenti (qui concorrono a creare un'atmosfera spettrale e non sono affatto abusati) che contribuiscono positivamente alla riuscita del pezzo. Il sibilo del vento ci accompagna al capitolo numero 3, la titletrack "Moroi", la quale inizia con una voce maschile (che parla in polacco credo) che sembra presa da qualche vecchissimo film horror, cosa che contribuisce, seppur poco, a mantenere una certa atmosfera orrorifica. Risulta essere una buona traccia, con la giusta cattiveria sonora. La seguente "Morbiferonomicon" (esplicito il riferimento al Necronomicon, fantomatico libro maledetto dell'immaginario di H.P. Lovecraft, il Solitario di Providence) è interamente acustica: chitarra, una specie di sonaglio metallico, lievi synth di contorno e in sottofondo il sibilo del vento. La traccia non è affatto male, ma l'effetto di delay applicato alla chitarra e al "sonaglio" a volte mi è risultato fastidioso. Ci avviamo alla conclusione con la seguente "Nie Bedziesz...", dove si può notare l'aggiunta di una vena melodica fino ad ora inedita e molto piacevole, imperniata da una sorta di "malinconia rabbiosa"; ne deriva una delle migliori tracce di questo lavoro. Chiude il tutto "Heksakosjoiheksekonahek" (???), forse la composizione dove i synth sono più in rilievo, avvicinando in questo modo il pezzo a certo black sinfonico (ma non troppo). Contemporaneamente è anche la traccia dove le vocals sono più violente e anche alcune parti strumentali risultano più tirate rispetto ad altri frangenti. Nella seconda metà compaiono anche delle clean vocals "corali" abbastanza suggestive.
Tutto sommato, un album piacevole, adatto per una parentesi "vampiresca" durante le nostre assolate giornate estive; merita una sufficienza piena. Al momento non me la sento di dare un voto maggiore. Un disco da ascoltare in compagnia di Nosferatu e dei suoi palliducci amici...
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