I've given up
I'm letting go
I'm so scared, of what will follow
I've never felt a pain in life so hollow
Letting go of everything i used to know
Love let me go....

Così finiva in maniera straziante “Love Let Me Go” nel 2010. Qui era l'addio doloroso ad una persona, le lacrime che si trasformavano in fiamme e avvolgevano il cuore. La paura del futuro, la voglia di essere lontani da questo tempo, magari in un altro mondo.

Due anni dopo, ultimo tour annunciato, sembrava la volta dell'addio anche alla musica e ai More Than Life. Per fortuna fu solo un arrivederci.
I radar cominciarono a dare i primi segni di vita alla fine dello scorso anno, naturale preludio a “What's Left Of Me”.

Il primo passo, il primo sassolino lanciato nello stagno è “Asleep” (l'intro) indizio importante di come voler evitare una mera copia-carbone di quello che fu e rappresentò quattro anni or sono la passione nera e la produzione lo-fi di “Love Let Me Go”.

Una svolta, che ricorda quella avuta dai losangelini Touché Amoré appena qualche mese addietro nello splendido “Is Survived By”, ancor più esplicita nei contenuti, che tuttavia ci consegna una band in buonissima salute capace di darci in pasto un pugno di ottime canzoni accompagnati stavolta da una produzione potente e limpida in cui si rimane affascinati  dalle evocative melodie che fuoriescono dalle chitarre.

E così dopo la breve “Asleep” attacca subito la carica “Weight Of The World” e in successione la splendida title-track “What's Left Of Me” che rappresentano l'alba del giorno dopo, si intravede il sole mattutino, si ricomincia, si scende dal letto consci che il giorno precedente è stato duro e pieno di problemi e che lo sarà anche questo, ma si cerca di affrontare di nuovo il mondo con una nuova carica.

La band intelligentemente inserisce diversi espedienti che rendono fluido e scorrevole l'intero ascolto convincendo sia quando cambiano marcia con un classica ritmica in 4/4 come in “You're Not Alone” e nella prima metà della finale “Love Is Not Enough” sia quando mostrano un inedito lato melodico: il quasi post-rock di “Thresold” (addirittura cantata!), l'apertura ariosa della catartica title-track, la seconda parte della già citata “Love Is Not Enough” un gioco a due tra acustiche e soffusi violini.

“Do You Remember” è il pezzo che non ti aspetti (il pianoforte? I ritornellini?), quello che prima rimane impresso, sicuramente non il migliore, ma subito viene scavalcato da un altro gran pezzo quale “Sometimes” e lo scenario è ancora quello dei grandi spazi all'aperto.

Naturalmente l'alone tormentato dei testi è la costante che rimane e crea un'ottimo connubio con le melodie, ben posizionate e dosate sempre in maniera convincente.

...Let me take away your bad dreams that hold you awake at night
and kill the pains that fill your heart.
Even through the worst, you still stand strong. The struggles that
repeat themselves, you're in harm's way.
After tragedy and illness, the hospitals and heartache. You always
put on a brave face and promised me you will be okay.
And I made a promise to you, death has to be so easy because this
life is too hard. I'm not mentally strong enough to heal your scars...

Sarà invece difficile rinunciare ad una menzione tra un paio di mesi di “Whats' Left Of Me” nella lista dei dischi di questo 2014.

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