Un simpatico docu-film, questo 'Super Size Me' di Morgan Spurlock (titolo preso in prestito dallo slogan di una Promozione Speciale di Mac Donalds in corso all?epoca delle riprese), a metà strada tra la commedia e l'opera di denuncia dove, deliberatamente, l'autore (nonché regista, autore, produttore e montatore del film) si sottopone a uno strano esperimento: nutrirsi giorno e notte ESCLUSIVAMENTE nei Mac Donalds di mezza America, registrare gli effetti del cibo sulla sua psiche e sul suo corpo e documentare il tutto su 16 mm.
Insomma, un'idea bislacca e divertente, una specie di 'diario/performance' prolungato per un mese consecutivo dove il nostro, a colazione, pranzo e cena, si sottopone ai 'piaceri della golosità' offerti e reclamizzati dalla catena di Fast Food più famosa del mondo.

Tra una risata e un'analisi clinica, supportato da vari medici specialisti che lo assisteranno passo dopo passo, il nostro eroe comincia lentamente ad abbruttirsi e a soffrire di ipertensione, trigliceridi alti, iper-glicemia nel sangue, colesterolo a mille, dissenteria prolungata, aumento di grassi, fegato ingossato e mille altre patologie consequenziali alla 'perversa dieta' a cui il 33enne regista americano si sottopone (con buona dose di masochismo davvero non invidiabile!). Perversa al punto tale che dovrà sospendere il trattamento (e le riprese) onde evitare conseguenze irreparabili sulla sua salute!

Un film agile, veloce, a tratti davvero spassoso ma al tempo stesso tremendo e acuto nell'affrontare il problema della NON corretta alimentazione, questione molto sentita e vera e propria ossessione negli Stati Uniti dove la percentuale di obesità sta raggiungendo il 40% dei cittadini.
Un film 'scomodo', più volte accusato di incorrettezze di fondo (specie dalla stessa Mac Donalds che ha tentato di bloccarne la distribuzione a più riprese, denunciando il suo autore in una causa che pare sia ancora in corso) che segue l'onda lunga dei film di denuncia, rivitalizzati dal successo del film di Michael Moore 'Bowling a Columbine' di qualche anno prima.
Ci fa davvero pensare questo film e ci invita a più riprese a:
- Non prendere per oro colato tutto quello che ci inculca la pubblicità
- Imparare a leggere le informazioni riguardante quello che si introduce nel nostro corpo sotto forma di cibo
- Diffidare di un certo 'stile di vita' giovanilistico e modaiolo
- Imparare ad assaporare la lentezza, il sapore e il gusto di cibi fatti e cucinati con devozione e cura
- Prendere con le pinze tutto quello che 'nasce' dagli uffici marketing di una Multinazionale Qualsiasi
- Provare le cose prima di crederci ciecamente (anche se quest?ultimo punto non è auspicabile applicarlo alla lettera a tutte le cose della vita, eh?)

Film che nonostante tutto (non mancano notevoli difetti di ritmo e montaggio), ha comunque vinto il premio miglior regia al Sundance Film Festival di due anni fa e ha incassato quasi 100 volte i costi investiti per produrlo. Viene da chiedersi: quanti ne dovrà sborsare questo pazzo regista al Colosso Americano nel caso perda la causa in corso? Meglio far finta di niente e sperare per lui che finisca sul serio "a tarallucci e vino?, magari a un bel ristorantino 'classico' italiano con menù come si deve ci metteranno anche un'ora a servirli ma, vogliamo mettere la differenza?!

Carico i commenti...  con calma