Good è un disteso labirinto notturno, liquido e spettrale. La voce di Mark ti colpisce come uno schiaffo denso e morbido, avvolgente e diretta ti spoglia la testa e straccia il cervello. Ascoltare questo disco è come dare un morso al paradiso, è lo scherzo di vedersi riflessi in uno specchio opaco, se non addirittura buio. La chimica che traspira entra sotto pelle: l'ipnotico connubio tra blues e jazz scorre nel sangue agile e veloce gonfiandoti le vene. Il basso incrocia il sassofono in una torsione maliziosa e raffinata, la puoi avvertire in tutta la sua consistenza, un incastro che ti consuma come del fumo, e la voce di Mark già ti sfiora le ossa: cala nella notte, erotica e ossessiva, attraverso un viaggio sommerso. Quando poi le intenzioni sono sprofondate nel loro disordine dopo tutto diventa facile anche riconciliarsi con le cose.

Ti insinui in queste intricate strisce di nebbia piene di graffi grondanti gli ombrosi umori della notte. Inseguire il basso assurdo di Mark diventa un vizio, come sanguinare follemente davanti ad un tavolo da gioco. Good è il primo disco dei Morphine, maestoso leggero e devastante, resta un esordio monumentale, si possono trovare delle affinità con Cave o Waits, ma penso sia superfluo andarle a cercare: i Morphine assomigliano solo ai Morphine, come è giusto che sia. Suonato magistralmente mantiene un equilibrio impeccabile e ha il dono di appartenerti già dal primo ascolto, perchè canzoni come "The other side" o "I know you" ti si appiccicano all'anima come preziose scintille.


Un grazie sincero Mark, ci mancherai
You're good good you're good

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