I Morphine sono sempre stati dentro il mio cuore. Anzi più precisamente la loro musica. Soffice, jazzata, intima come non mai. Come un'orchestrina giù ai piani bassi dove la voce è roca e il fumo tanto. Adoro incondizionatamente tutti gli album della band di Boston con una predilezione per "Cure For Pain", vero tesoro nascosto (almeno così mi piace pensare) degli anni '90. Come si sarebbero trasformati/evoluti se Mark Sandman non fosse tragicamente scomparso sul palco (attacco cardiaco) in una merdosa estate italiana?
Accresce in modo impressionante il rimpianto questo postumo "The Night" del 2000, realizzato in perfetto isolamento nello studio casalingo (ma piuttosto ben attrezzato) di Mark poco prima che morisse. Gli arrangiamenti qua appaiono più corposi con pianoforte, organo, qualche chitarra (pochissime in realtà), violoncello ed altre amenità varie ma l'umore del disco non cambia di una virgola rispetto a quello tipico dei Morphine: tenebroso, malinconico, denso. Anzi se è possibile le canzoni risultano ancor più introspettive e notturne. La voce di Sandman e più intensa e baritonale che mai mentre il sax (guarda caso baritono) di Dana Colley si intreccia in modo del tutto naturale sia con il basso (due corde, Mark diceva che bastavano e avanzavano) che con la batteria schematica e precisa di Billy Conway (famoso per il quasi inutilizzo dei piatti). Insomma diventa come sempre difficile descrivere un lavoro del genere in quanto le sonorità sono davvero uniche al mondo. Un'amalgama di influenze blues, jazz, persino lounge da cui il trio estrae la materia più oscura.
L'iniziale "The Night" è un piccolo gioiello sommerso dove la voce ti avvolge di sorpresa come il buio in un vicolo. E rimani lì ipnotizzato, senza possibilità di fuga peraltro impedita dall'immediato rilassamento sia fisico sia cerebrale. Ogni singola canzone ti penetra nel profondo ("Like a Mirror"), ti trascina in delicati mondi immaginari (la stupenda e arabeggiante "Rope on fire") e nell'attimo in cui la musica conduce alla finale "Take Me With You" sono sicuro che cercherete (a me succede così) di impedirne materialmente la conclusione...
Poi le liriche: Sandman è anche un grande songwriter, i suoi testi più che raccontare storie si concentrano sull'evocazione di immagini il più delle volte decadenti, angoscianti e claustrofobiche perfettamente in linea con il mood emozionalmente inquietante (ma allo stesso tempo ammaliante) della musica. Tutto questo per dire che "La Notte" è un titolo completamente azzeccato, anzi, direi perfetto. E' il momento in cui sicuramente è stato scritto, suonato ed è il momento in cui va ascoltato.
"L'attività analgesica della morfina si esplica su due versanti: innalzamento della soglia del dolore e contestuale riduzione della risposta emozionale al dolore stesso. Ciò significa che anche quando la sensazione di dolore non viene del tutto eliminata ma soltanto diminuita essa viene comunque resa molto più tollerabile se non trascurabile in relazione all'assenza dei suoi corollari emotivi: ansia, panico, paura, sofferenza, prostrazione."
Considerando anche che tale sostanza provoca anche forte dipendenza ora ditemi: c'è nome più consono di Morphine per descrivere la loro musica?
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