Che due marroni questo album, loffio e incartapecorito su canzoni moscie come un sufflé cotto per troppo tempo. La musica è assolutamente anonima e ripetitiva che serve solo da paliativo alla voce di Morrissey, unica stella a brillare in tanto ciarpame mascherato da canzoni. E poco serve il vcecchio trucco delle provocazioni che hanno fatto in passato la grandezza e il limite stesso del personaggio.

Canzoni come "American Is Not The World" o "I Have Forgiven Jesus", dove non riescono con la musica, ci tentano con la provocazione e la finta irriverenza che suscita il nostro novello-presley in picco discendente. Ecco, diciamo i testi... abbandonate le vecchie tematiche decadenti/disperate/depressive del Morrissey smithsiano, il nostro che fa? A raffica contro tutto e tutti, forte del personaggio mezzo fascio e mezzo checca che il nostro si è cucito addosso in tanti anni di militanza.

Che dire: è piaciuto tanto alla critica? Mah, se è per questo erano piaciuti anche "Greendale" di Neil Young o l'"Abattoir Blues" di Nick Cave che erano due autentiche boiate, eppure... eppure mi sa tanto che il pompare un disco o l'altro faccia parte del gioco, no? O non l'avevate ancora capito?!

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