Potevo finalmente non farmi schiacciare.

Mostrare liberamente quello che sentivo.


Il vecchio Mose, quel vecchio baffuto, incanutito, strabenedetto longilineo, astuto ed elegantemente buffo, a testa alta sul suo piano! Ci rotolava e rimpallava colle dita. Scendendo come salsa di mele e birra su fettine bianco-pallide d’arista di maiale arrosto. Col presagio di una doppia cottura. Col contrabbasso di Addison Farmer, con la batteria di Osie Johnson. Jazz giusto, freschissimo, annata ‘62: "I Don't Worry About a Thing"(2:17), "It Didn't Turn Out That Way" (2:41),"Your Mind Is on Vacation" (2:35).

Affacciatosi al mattino, aveva fatto sfrigolare burro biologico Straus sull’insensibile tegamino: tutto per quella profumatissima pancetta bruciacchiata e croccante. Che raggiunse presto uova strapazzate e tost nericci, odor tabacco, su un piatto appoggiato sopra il piano. Classici rivisti: "Let Me See" di Count Basie e Harry Edison (4:08), "The Song Is Ended" di Irving Berlin (2:34).

Non sei osservante, Mose? O sto sognando. “Guarda qui!”. Che cruciale miscuglio di blues e jazz moderno!

Allison! Eroe sfiatato. Che corre ancora. Che canta come una rondine. Non ti trascendi in quel canto. “Guarda qua!”.

-Posso riassumerti, figliolo, in due parole tutto quello che mi ha insegnato la vita: «Vaffanculo scemo!». Ma quello era prima. Ed era una astrazione. La ricetta è “Vai avanti!”.

If this life is driving
You to drink
You sit around and wondering
Just what to think
Well I got some consoloation
I'll give it to you
If I might
Well I don't worry ‘bout a thing
'Cause I know nothing's gonna be alright
You know this world is just one big
Trouble spot because
Some have plenty and
Some have not
You know I used to be trouble but I finally
Saw the light
Now I don't worry 'bout a thing


- Puoi badare a te stesso! Puoi mostrare quello che senti! Vai bene come sei!

È il prontuario di un boyscout?

- No, caro! “Things will get worse before they/ Get any better”. Quindi se le cose vanno male, non puoi fare peggio. Eccoti servito.


Vado avanti. Cammino svogliato su questa strada sterrata, sembra una dirt road del tuo Mississippi (Tippo, la contea di Tallahatchie da cui scappasti, la tua famiglia contadina prima di New York). Pochi sassi. Ghiaino. Non c’è quel fottuto muschio pendulo dagli alberi, come laggiù da te! Sono in mezzo ai campi di una profonda campagna agricola. Unico sfaccendato in mezzo ai lavoratori dell’Est che raccolgono le barbatelle. Fratelli di altri esodi, Mose! Più in là, sui vigneti ovattati, si protendono le loro donne. Danno le spalle. Non saprei dire come sono. Ma bellissime nei morbidi dettagli. E devo rientrare per pranzo. Things will get better while they will get worse.

Vecchio Mose che non ti scolli mai dal piano! Tu scrivi sempre canzoni! Noi, su che piano dobbiamo metterla la nostra calda vitaccia?

 

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