Evidenti influenze Pinkfloydiane nelle atmosfere, nel suono, persino nella struttura (sia dei pezzi, sia dell'album: in questo simile a dischi come "Meddle" o "Wish you Were Here"): è questa la prima, forte sensazione che si ha ascoltando questo eccellente disco dei Motorpsycho, che nel complesso risulta uno dei loro migliori dai tempi del notevole "Black Hole/Blank Canvas".

La cavalcata/jam elettrica a rotta di collo, che più volte avevano proposto nei dischi immediatamente precedenti, qui si fa sentire solo nella (relativamente) breve ed efficace "I.M.S."; il resto è dilatazione sognante e lisergica (la memorabile "Lacuna/Sunrise"), spesso strumentale ("Running with Scissors" e le brevissime "Sleepwalking" e "Sleepwalking Again") e odissee (super) soniche hard-psichedeliche (la conclusiva e di nuovo memorabile "Big Black Dog", che riesce a risultare immediatamente accattivante e godibile, pur nella complessità e intensità delle atmosfere che offre).

L'attitudine alla jam forsennata che aveva caratterizzato alcuni dei loro album del recente passato e che avrebbe rischiato, se riproposta per l'ennesima volta, di cominciare a risultare un po' noiosa e ripetitiva, lascia spazio a una concezione della dilatazione musicale assai più focalizzata, mirata e strutturata, permettendo a questo "Here Be Monsters" di rappresentare, in qualche modo, sia un punto di arrivo, sia un possibile nuovo punto di partenza.

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