La suddetta band non credo abbia alcun bisogno di presentazioni. Tra gli amanti della musica alternativa i Motorpsycho sono ormai un consolidato punto di riferimento, un gruppo di estrema prolificità che ha saputo sfornare nel corso degli anni novanta album come Blissard, Timoty’ s monster e Demox box; entrati meritatamente nella storia della musica rock… ciononostante restano poco conosciuti ai non amanti del genere.

Eppure i ragazzi Norvegesi hanno giocato un ruolo fondamentale sin dalla loro nascita all’interno dell’universo indie, proponendo una musica eclettica, complessa, frutto di diverse influenze ed esperienze che è stata fonte di ispirazione per giovani band contemporanee (basti ricordare i nostrani Verdena) non meno dei ben più famosi Smashing Pumkins o di altre band nate oltreoceano sotto la spinta propulsiva di kobain e soci.

Nel 2001 spiazzano tutti pubblicando un Ep poco ricordato e stranamente scarsamente menzionato da appassionati e critici di settore, lavoro che sin da subito si segnala per Titolo estremamente esotico…

Barracuda è composto da 7 tracce per la durata complessiva di 33 minuti. Rispetto ai lavori precedenti dei ragazzi di Trondheim si presenta estremamente omogeno: non sono infatti rinvenibili miscele di ballate acustiche, echi pop o lunghe suite progressive, L’Ep è costituito semplicemente (beh si fa per dire) da esplosivi pezzi di rock psichedelico largamente influenzati dal blues e dal rock n’ roll anni 60.

Sin dalla prima traccia l’ascoltatore viene catapultato in un atmosfera aggressiva, ruvida, sporca: i giri di basso ipnotici e pesanti come macigni, la voce scevra da dolci melodie dream pop assume in ogni track un tono graffiante, potente, urlante, mai lasciata a se stessa pochè validamente supportata da una batteria dal ritmo esplosivo e da chitarre potenti e viscerali. Il tutto è condito dall’utilizzo di una strumentazione atipica per il classico power trio, composta da saxofoni e trombe conferenti nel complesso un risultato encomiabile che dona al tutto un sapore che piace, che esalta, ascolto dopo ascolto.

Spicca il pezzo di apertura “Heartbreaker” dal ritornello catchy ,la poliedrica Up 'gainst the Wall" capace di mischiare jazz, funky, blues alla vena psichedelica del trio L’incalzante “Vanishing Point” dove emerge anche una chiara influenza southern…

Un concentrato di energia pura da vivere e riascoltare più volte.

Voto 8 su 10.

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