Gruppo di Seattle ideato da Tucker Martine, i Mount Analog sfornano il loro secondo lavoro accompagnati da Bill Frisell e ospitando musicisti del calibro di Eyvind Kang, Doug Weiselman, Tim Young, Keith Lowe & Fred Chalenor.

Martine ha lavorato anche con John Zorn e Jim White, quindi stiamo parlando di un personaggio variegato e musicalmente complesso, infatti questa sua "creazione", complessa lo è sicuramente.

Il disco inizia come fosse un'opera, con un orchestra che prova gli strumenti, poi si passa a sperimentazioni realizzate con strumenti di tipo classico, per arrivare lentamente ad una specie di folk americano da far west. Nulla di tutto ciò è però mai chiaro e lineare diciamo che che si hanno varie sensazioni ma non se ne viene mai realmente circondati. Il cd non prende mai una direzione precisa, si mantiene sempre su uno stile personale, regalando sensazioni molto piacevoli.

Nonostante possa sulle prime sembrare un ascolto molto impegnato, in realtà fluisce sereno e carezzevole anche perchè le sperimentazioni non sono mai tali da infastidire l'orecchio. Non c'è cantato ma si sentono spesso voci di sottofondo, bambini, risate. La durata del lavoro è di circa quaranta minuti, diviso in undici tracce, di cui ha poco senso parlare singolarmente. Forse l'ultima "The Wake" è la più particolare, l'accompagnamento è realizzato da voci che simulano richiamo di uccelli e altre più in sottofondo che urlano qualcosa, il tutto immerso in una dimensione bucolica e sognante.

Gran bel disco.

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