I Mount Kimbie sono un duo musicale inglese formato da Kai Campos e Dominic Marker. Sono attivi dal 2008 e hanno rilasciato fino ad oggi sei EP e due album in studio, nonché una moltitudine di remix per band come Foals e The xx; il primo full-length, Crooks and Lovers (2010, Hotflush Recordings), ha riscosso un notevole successo nella scena soft-electro underground made in Britain e non, e li ha portati ad entrare nel roster della celebre Warp Records.

Nel 2013 rilasciano quindi Cold Spring Fault Less Youth, album che ha subito fatto riempire le pagine di testate come PopMatters e NME, di consensi e valutazioni positive, a celebrare le atmosfere, l'approccio genuino e l'originalità di fondo, nella musica della "band" londinese.

Di fatto, come suona la musica dei Mount Kimbie e del loro secondo album? Questo è uno di quei casi in cui le parole forse non bastano per descrivere un album/genere musicale.

Potremmo accennare quegli ipnotici e delicati sottofondi di synth che prendono spunto dalla musica da dance hall e talvolta da certa musica rumorista, ma che magicamente si tramutano in nuvole di melodia e serafiche sonorità. Ma potrebbe non bastare...

Potremmo discutere sulle percussioni, quasi jazz, quasi lounge, quasi indie, quasi alt-rock, quasi tribali, che a parlarne sembra di descrivere un disco affollato di bpm, anche se non è così. Ma potrebbe non bastare...

Potremmo raccontare di quel raccogliere le varie influenze dub, chill e prettamente pop, che si fondono in continuazione e in continuazione generano mood morbidi e raffinati. O di quei vocalizzi che ogni tanto si affacciano a completare alcune delle canzoni. Vocalizzi decisi, talvolta sofferti, ma che sono estranei al caos ed in perfetta armonia con le canzoni. Ma potrebbe non bastare...

Potremmo riflettere su una produzione che più che quella di un disco di musica elettronica, durante l'ascolto, sembra portare alla mente registrazioni effettuate all'aperto, con suoni sintetici che si annullano ed il tutto sembra arrangiato live, in presa diretta. Ma ancora una volta, potrebbe non bastare.

Cold Spring Fault Less Youth è quel disco che se lo ascolti quando fuori piove, pensi che il rumore della pioggia faccia parte delle canzoni.

Se Crooks and Lovers aveva un animo party, sostenuto da un campionamento continuo ed esuberante di suoni e colori, Cold Spring Fault Less Youth è quel disco che ci riporta a casa dopo i bagordi, quando il party è finito, è l'alba e ormai si è stanchi di bassi, dj e luci al neon.
È quel disco che mette un po' di malinconia addosso, ma sa anche far sognare.
È quel disco che ci fa adagiare su un soffice letto di musica leggera, super leggera, ultra leggera, che non è minimale e scarna, ma corposa al punto giusto dal saperci accompagnare durante la pausa che finalmente ci siamo concessi.
È quel disco che arriva da noi in punta di piedi, ci tende la mano e ci porta via, verso la tranquillità, verso noi stessi.
Senza prepotenza, senza frenesie, ma con l'intento di farci staccare la spina, anche solo un attimo, dal furore quotidiano.

Un saluto ai lettori di Debaser!

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