PREMESSA - Fin da quando lavoravo per Novella 2000 come paparazzo ho scoperto che "l'italiano medio" è molto più interessato al pettegolezzo & all'inciucio più che all'informazione vera e propria, e oltre alla conferma che ho avuto da Fabrizio Corona (soggiornammo in carcere nello stesso periodo) i dati auditel di "Studio Aperto" si commentano da soli (purtoppo). La gente vuole storie tristi e tragiche su gente famosa, e per fortuna, per noi fotografi scandalistici, ce ne sono a bizzeffe. Ma la storia più triste in assoluto che mi è capitata di seguire è la saga dei Mr. Big; c'era di tutto per una sit-com di serie B americana: ingenuità, ambizione, successo meritato, donne asiatiche, drag queen, rancore, rabbia e.. rottura del gruppo! (se ci fosse stata anche una bella storia di identità nascoste, coperture FBI e un morto ammazzato il palinsesto di RAI Uno avrebbe qualcosa da offrire durante la prima serata).
La storia inizia così: quattro ragazzi acqua e sapone talentuosissimi (Eric Martin voce, Paul Gilbert chitarra, Billy Sheehan basso e Pat Torpey batteria), dopo anni di gavetta al conservatorio e infiniti fiaschi con le ragazze (e si capisce perchè, basta guardarli con i capelli cotonati) un manager (Mike Varney nella parte di se stesso) assetato di danaro e riduzioni fiscali li convoca tutti e quattro in uno stanzino delle scope per vedere se riescono a sopportarsi l'un l'altro. Dopo circa 2 minuti, dove il boss gli sta facendo firmare il contratto che "gli renderà famosissimissimi" (parole sue), Billy Sheehan e Eric Martin hanno già avviato un piccolo scazzo perchè sono infastiditi l'uno dal profumo dell'altro. Cominciano così a mazzuolarsi con uno scopettone finchè il famoso dirigente li ammonisce con testuali parole: - piantatèla! ora che mi avete dato la vostra anim.. ehm, ..volevo dire il vostro consenso, voi 2 andrete d'accordo per l'eternità! ah ah! - e scomparì in senso metaforico dal ripostiglio. Fu così che i 4 cominciarono a scrivere canzoni assieme, e (nel caso di Billy e Eric) di detestarsi cordialmente, facendosi degli "innocenti scherzetti" a vicenda.
L'esempio più famoso (la classica gocciolina che fece traboccare il vaso..) si verificò quando Billy, prima di uno spettacolo, sparse la voce tra un gruppo di travestiti dicendo che il frontman era attratto da loro e voleva avere il privilegio di assistere ad uno spettacolino privato apposta per lui, lasciandoli anche il numero di stanza dell'albergo e una copia delle chiavi con la promessa che sarebbero andati a trovarlo appena finito lo show. Il giorno dopo, Billy pagò la cauzione a Martin facendolo uscire di prigione e si scoprì che a causa della confusione scoppiata la notte prima nella sua camera d'albergo gli era stato proibito a vita l'ingresso al Tokio Hilton. Visto che la vendetta è un piatto che va servito freddo, appena il bassista gli fu a portata di "mano" gli diede a mo' di saluto uno sganassone micidiale e gli ruppe il suo basso Fender preferito (quello col teschio, che ha nei primi live per intenderci..). La frittata era fatta, Paul Gilbert disse: - ah si?!?! siete degli immaturi... io me ne vado mi avete rotto i coglioni! - che nel linguaggio dei musicisti significa: - ho scoperto che sono bravo a scrivere canzonii, e mi diverto anche di più se le canto io.. quindi farò più soldi se nei dischi metto il nome di PAUL GILBERT in grande e recluto un bassista e un batterista sconosciuti, la tastiera (quando c'è) la faccio suonare a mia moglie e facco tutto a gestione familiare, mi basta solo aprire la partita iva etc.. - il resto è storia dei nostri giorni.
Ma lasciando perdere quel buontempone di PG torniamo ai Mr. Big: ora si ritrovavano in tre, il bassista senza 2 denti e col basso rotto, il cantante con la fedina penale irremediabilmente compromessa, il batterista affranto e, per onorare il contratto dovevano ancora incidere 5 album: tutto sembrava essere finito per il peggio ma in quel momento squillò il telefonino: era Richie Kotzen, l'ex guitarman dei poison che aveva chiamato i tre per una pizza in compagnia e si era ritrovato essere il loro quarto uomo per i prossimi cinque anni di vita "On the Road". Gli impegni discografici incombevano: per non perdere tempo buttarono fuori un greatest hits con dentro 2 inediti per fare volume, poi il primo disco in studio con Kotzen, "Get Over It", ma durante il tour Billy e Eric si sputavano in faccia e dovettero farli entrare da ingressi separati, noleggiare 2 limousines e farli mangiare in catering diversi. Una sera Eric disse a quelli dello staff che Billy (buddhista da una vita e mezza) voleva aumentare la sua massa muscolare e quindi nel catering doveva esserci solo cibo a base di carne rossa. Quando il povero bassista vide tutto quello scempio carnoso davanti ai suoi occhi da vegetariano si rifiutò di suonare finchè tutto lo staff non avesse recitato una preghiera al suo Dio (chiunque esso sia), e poi si licenziò.
Ma non fini qui (è peggio di Beautiful vedete?!), la casa discografica se lo riprese all'amo minacciandolo di fargli pagare una penale miliardaria se solo ci avesse riprovato. Ecco allora che firmarono il loro ultimo disco in studio,"Actual Size", poi la solita sbandierata tourneè d'addio (per far vendere un po' di più) con disco live... e qua sembrava la fine dei giochi, ma all'appello mancava ancora un lp, il buon vecchio Mike Varney desideroso di finire le rate della Porsche, (o della Fiat Duna fate voi) pensaschetiripensa alla fine dice: ma certo!se i due si rifiutano di lavorare ancora assieme facciamo un "DISCO-TRIBUTO", chiamiamo un po' di star internazionali del rock/AOR/metal così ci fanno pubblicità e noi gliela facciamo a loro.. sisisisisisisi! geniale, mi sposerei..
E adesso che ho chiarito come andarono le cose senza ulterriori indugi passo alla recensione vera e propria (era necessario capire il background prima... e poi i pettegolezzi da sempre attirano, specie quelli inventati lì per lì) -FINE PREMESSA-
Per ricordare il valore di questa band, nel 2004 esce per la Frontiers Records un Tribute intitolato "Influences Connection". Ciò che colpisce positivamente di questo disco e che lo rende già interessante di per sé è la quantità notevole di nomi grossi dell'hard rock interessati dall'operazione: Paul Rodgers, Joe Lynn Turner, King's X, John Waite, Glenn Hughes, Pat Torpey etc... Per la verità nel progetto sono stati coinvolti anche tre membri dei Mr Big: il virtuoso bassista Billy Sheehan, Ritchie Kotzen e Pat Torpey.
Si comincia con la canzone "Mr Big", un brano dei Free con alla voce Paul Rodgers, il vocalist originario. Il brano è ben eseguito e la voce di Paul si distingue per la solita brillante prestazione. Si arriva perciò alla seconda track, "Take cover", suonata da alcuni membri dei King's X. Anche qui ci si imbatte in un'esecuzione strumentale non priva di gusto e in ogni modo non tale da far gridare allo scempio e rimpiangere la versione originale. Buone le vocals e anche il lavoro alle chitarre che, se non è proprio lo stesso svolto nell'originale dei Mr Big, si lascia complessivamente ascoltare. "Colorado Bulldog" vede la presenza alle vocals di Joe Lynn Turner che, con l'ausilio di una buona sezione ritmica e di un brillante lavoro in sede di riffing offre all'orecchio dell'ascoltatore un piacevole passatempo. La cover è eseguita... senza far storcere particolarmente il naso all'ascoltatore. La successiva "Wild World" è un'altra cover della cover di Cat Stevens. Qui la canzone è letta in chiave ulteriormente aggiornata, diventando una romantica ballata dai toni più "soffusi". La prestazione di John Waite qui segue perfettamente questo registro anche se, a dir la verità, pare più coinvolgente e riuscita la cover di Eric Martin e soci. Glenn Hughes presta voce e basso nella seguente "Price you gotta play". In questo brano è evidente un lavoro molto "corposo" della sezione ritmica con il basso di Glenn notevolmente in bella evidenza. "Promise her the moon" vede in atto la prestazione di Ann Wilson. Il brano riprende l'eleganza dell'arpeggio fondamentale del brano. Anche qui l'esecuzione è fedele all'originale scorrendo tranquillamente nel lettore. La successiva "Addicted to the Rush" vede Billy Sheehan alla voce al basso, riarrangiata per armonica e voce profonda: ironica e molto piacevole. "Just take my heart", ottava cover del disco, vede Mickey Thomas in veste di guest. A seguire "Shine" vede i Dogstar cimentarsi in una buona esecuzione del brano, grazie ad un riff brillante nell'impostazione e a vocals molto profonde. Forse dal repertorio dei Mr Big poteva essere tratto qualche altro brano più interessante. Nella successiva "Crawl Over Me" troviamo un altro membro originario dei Mr Big cimentarsi nella rielaborazione di un brano della band americana. Devo dire che Torpey mi ha stupito in questo caso dando prova di una prestazione vocale molto "calda" e in linea con l'atmosfera cupa e a tratti decadente del brano. Con "To be with you", rifatta da Kotzen in chiave più elettrica stiamo per giungere alla fine del disco e "Green-Tinted Sixties Mind", qui riproposta da Donnie Vie, offre un'altra occasione per guardare il famoso hit single dei Mr Big da un'ottica leggermente diversa. Una pecca nell'esecuzione del brano, però, non può sfuggire all'ascoltatore: manca, infatti, del grintoso e difficilissimo riff in tapping che apre la canzone e che porta la firma di Gilbert. Chiude il disco la cover di "Daddy, Brother, Lover, Little Boy", con nuovamente Joe Lynn Turner alla voce. Con una punta d'ironia gli esecutori ricordano infatti che questo pezzo si ispira a una canzone manifesto dei Deep Purple: "Highway Star". Ma Malmsteen alla chitarra solista ci regala un veloce assolo e il disco si chiude qui, discretamente aggiungerei.
P.S.:Se qualcuno è a conoscenza dei rapporti attualmente in corso fra Martin e Sheehan mi aggiorni pure, sono in pensione adesso..
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