Mancavano solo loro...
In un periodo, quello degli ultimi anni, denso di reunion e ritorni eccellenti fanno la loro ricomparsa anche i Mr. Big (al secolo Eric Martin, Paul Gilbert, Billy Sheehan e Pat Torpey) e lo fanno con un ottimo album di hard rock grintoso e melodico come da tradizione, che riprende il discorso proprio là dove si era interrotto, come se i quasi 15 anni passati da quell' "Hey Man", ultimo lavoro insieme, non fossero mai passati (non me ne vogliano i sostenitori di Ritchie Kotzen, ma i Mr. Big più genuini sono quelli con Gilbert alla chitarra). Introdotto dalla solita copertina sobria come da consuetudine del gruppo, ecco "What If...", fresco di pubblicazione per la nostrana Frontiers Records.
"Undertow", traccia d'apertura e primo singolo, fa capire che le cose fortunatamente non sono cambiate: mid tempo energico, dalla melodia accattivante e dal ritornello che colpisce immediatamente al primo ascolto; la classe non è acqua e i quattro ne hanno da vendere, come dimostrato dal pregevole assolo di Paul. La seguente "American Beauty" è un rock veloce che richiama molto da vicino "Colorado Bulldog" come struttura e ritmo, condita dal primo degli immancabili "duelli" tra Gilbert e Sheehan; "Stranger in My Life" è invece una tipica ballata "Mr. Big-style", con un Eric Martin sugli scudi. Bastano da sole queste tre tracce per capire una volta in più che gli ingredienti fondamentali del sound del gruppo sono tutti al posto giusto: energia, melodia, assoli, pregevoli linee vocali... tutto suona Mr. Big dalla prima all'ultima nota ed è così per tutte le 11 tracce (più bonus) dell'album.
Da segnalare l'inconsueta scarsità di ballad (solo due, oltre alla già citata "Stranger in My Life" c'è "All the Way Up") e la totale assenza di brani acustici (niente "To Be with You 2011", quindi...), in favore di brani più incisivi e d'impatto. La doppietta finale "Around the World" - "I Get the Feeling" è un perfetto esempio: ritmo irresistibile e ritornelli azzeccati che entrano in testa e non si schiodano più; formula riproposta con successo anche in altri episodi come "Once upon a Time" o "I Won't Get in My Way", arricchite da un sound più moderno e pesante (ma niente contaminazioni nu-qualcosa o alternative, tranquilli...). Denominatore comune di tutte le tracce è ovviamente l'assoluta perizia di ogni singolo componente: la voce di Eric sembra non risentire affatto degli anni che avanzano, Gilbert macina ora riff ficcanti, ora delicati arpeggi e insieme a Sheehan forma una coppia sforna-assoli da manuale, e Torpey dietro le pelli è al solito preciso e mai invadente.
I Mr. Big sono tornati e lo hanno fatto in grande stile, con un album fresco e coinvolgente; più di tutto un album sincero, scevro da contaminazioni troppo lontane dallo stile del gruppo, che suona esattamente come ci si aspetterebbe da loro, proprio come se quei famosi 15 anni non fossero mai passati. Un lavoro che lascia alle spalle le atmosfere forse un po' troppo soft di "Bump Ahead" e si ricollega a quanto fatto nei primi due capolavori, riconsegnandoci una band in grande forma e pronta a riprendersi il posto che le compete nel panorama dell'hard rock.
Difetti? Sì: Kevin Shirley (firmiamo una petizione per tenerlo lontano dal mixer!!!). Dopo aver affossato il suono degli Iron Maiden post-2000 (e sì che con tre chitarre era un'impresa difficile...), si rende protagonista anche qui di una produzione quantomeno discutibile, che rovina in parte il risultato finale. Il problema maggiore riguarda il basso di Sheehan, registrato a volume veramente troppo alto, tanto che in alcuni brani, soprattutto dove è protagonista di assoli in botta e risposta con Gilbert (un esempio su tutti: "Still Ain't Enough for Me"), risulta addirittura fastidioso, traducendosi in un ronzio indecifrabile... nulla di grave, è il classico voler trovare il pelo nell'uovo di un album veramente ben riuscito, a parere personale il miglior prodotto post-reunion di una band.
Bentornati, Mr. Big!
Carico i commenti... con calma