Richard page (voce e basso), Pat Mastellotto (batteria-www.patmastellotto.com) Steve George (tastiere) e Steve Farris (chitarra - www.stevefarriss.com) sono quattro ragazzi americani che scelgono il nome Mr. Mister per suonare del pop-rock con ricostituente A.O.R e citrosodina hard per far digerire al pubblico d'Oltreoceano chitarre piccanti che questo loro secondo LP "Welcome To The Real World", una stella cadente di lusso del novembre 1985, somministra in dosi cospicue.
La band lavora alla luce del sole. I membri sono degli ottimi autori di song per altri artisti e pure esperti del loro strumento, ancor'oggi in circolazione, sicchè la carriera della band si presagiva brillante, ricca di successi e tour interminabili, come nella miglior tradizione dell'american dream. Ed invece il gruppo, dopo questo exploit, sparisce dalle hit parade, complice anche una capacità compositiva limitata come gruppo: le cartucce della giberna pop sono già state sparate nelle chart statunitensi. Così "Welcome to The Real World" è sì pop-rock con tratti anche hard, ma contiene pure delle innocue canzoni senza mordente, come "Don't Slow Down", caratterizzata da tenere tastiere e voce sofferente di Richard Page, che è la stessa che domina la lenta, rarefatta, incolore, pop-doom, soporifera "Run To Her" che si trascina stancamente per quattro minuti: una specie di lato B di "A Different Corner" dell'ex Wham George Michael. Nei singoli di notevole airplay radiofonico, con batteria a tratti effettata, spicca la maestosa ed onirica "Broken Wings" (N°1 negli U.S.A), presentata anche a Sanremo 1986 e dotata di un videoclip ad hoc che ne esalta l'atmosfera eterea, rarefatta, tutta incentrata sul riflessivo Page-Fogg, che alla fine si siede in chiesa mentre il falco-Passepartout lo affianca ed entra un raggio di luce, azzeccato quanto le liriche del paroliere John Lang:
"...Quindi prendi queste ali spezzate/E impara a volare di nuovo/Impara a vivere così libera/Quando sentiamo le voci cantare/Il libro dell’amore si aprirà/E ci farà entrare, si, si/Ci farà entrare/Ci farà entrare..."
La voce di Page non è mai monotona, ma imbastisce un'elastico fra un cantato pacato ed uno più aggressivo, sempre controllato come l'ira di un leone rabbuiato, con qualche vaga reminescenza di Gordon Sumner formato strofa "Truth Hits Everybody". Questa bella dote dei Mr. Mister viene ostacolata da loro stessi con qualche sbandata easy di troppo, qualche cedimento al ritornello facile. Nel video di "Broken Wings" si nota l'ammirazione di Page per Sting, come si muova, con il basso a tracolla, in modo simile al frontman dei Police, perfino nei movimenti della testa e nello sguardo magnetico. Scaltra e godibile "Is It Love", il terzo singolo estratto, che unisce il pop (refrain orecchiabile+tastiera tappezzeria) e l'hard rock, con l'assolo di Farris in distorsione a zig zag, ricodificato e diluito, una sorta di bolo alimentare rock che scorre giù per lo stomaco di affamati fan del power pop, con ritmo dance (e non si capisce perchè gli Atrocity di Alex Krull non abbiano coverizzato questa song): video con pavimento a scacchi, pin-up che volteggiano eteree e la band che suona in un'angolo, con Page dal solito sguardo magnetico "ghe pensi mi" (aveva rifiutato di sostituire Peter Cetera nei Chicago e Bobby Kimball nei Toto).
"Kyrie" è un'altra saporita giuggiola dal fascino mistico (ed altro n°1 negli Stati uniti), da cantare nelle arene a squarciagola, come si evince dal video, ma che dopo due o tre ascolti mi costringe a passare ai Terrorizer di "World Downfall". Pennellate pop-soft che non fanno male e neanche flettere collo ed orecchie, ad eccezione della movimentata "Black/White" che è l'opener hard rock ancora attraente, con Farris sugli scudi, canzonetta che non stanca mai precipitando nelle tastiere di "Uniform Of Youth", che gocciolano dolci note e guitar A.O.R di passaggio, che ci saluta prima di prendere il treno per la città dei nostri ricordi adolescenziali, grazie anche all'assolo avvincente. Un disco piacevole, con musicisti affiatati, specialmente Steve Farris negli interventi alla chitarra solista (ma anche Steve George col sottofondo di tastiere , vedi "My Own Hands"), offuscato da qualche episodio traballante e dalla terribile "Run To Her". A conti fatti sarebbe divenuto un killer album togliendo qualche brano filler.
Dopo la pubblicazione del terzo album "Go On", dallo scarso successo commerciale, i Mr. Mister riescono ad inciderne un quarto (con la collaborazione di Trevor Rabin), che però non sarà mai pubblicato. Pat Mastellotto finirà per suonare con i King Crimson e Richard Page firmerà "I'll Remember" di Madonna. Dei Mr. Mister più nemmeno l'ombra.
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