Progetto parallelo per Micha Acher dei Notwist che, col contributo di due fuoriuscite dai Lali Puna, affida la sua chitarra alla voce suadente e dolce di Stephanie Bohm.
Il tour della Morr music, etichetta paladina dell’elettronica alternativa, porta in giro per l’Italia 4 diverse espressioni della scena tedesca, anche se nella data napoletana a farla da padrone è stata essenzialmente la creatura musicale di Acher (gli altri passeranno quasi totalmente inosservati, forse poiché mancano di strumenti "umani").
Si parte con "Technicolor", prima traccia dell’unico album ("No p. or d.") e già si comprende come dal vivo la band prediliga il lato rock al versante elettronico delle composizioni.
A seguito della bellissima "Misco" (perfetto equilibrio tra glacialità e dolcezza), vengono proposti al pubblico tutti gli otto pezzi del disco, a partire dall’infuocato singolo "Go check", fino ad arrivare alla versione diluita di "Solid around" b-side dello stupendo citato singolo.
La Bohm da l’impressione di non essere una gran virtuosa dello strumento ma gli intrecci dettati dalla chitarra di Acher sanno farsi carezze e pugni, e l’ascoltatore è accompagnato in un viaggio catartico e divertito.
Dopo quel gran bel disco che è "Neon Golden" dei Notwist, Micha Acher ci propone il suo personale capolavoro. "No p. or d." è da ascoltare e riascoltare, ancora una volta Berlino si propone come centro nevralgico della cultura elettronica, culla dell’avvenire.
Alla fine, a parte irrisolvibili problemi tecnici che hanno tormentato per tutta la serata i gruppi tedeschi (e che hanno fatto saltare la quarta e ultima proposta musicale nonché reso incomprensibile la voce della Bohm per tutta la durata del concerto), dopo 45 minuti di set si va via alquanto soddisfatti, consapevoli di essere stati partecipi alla semina delle radici della musica che verrà.
La scena elettronica come nuova frontiera della "popolar music"? Dopo anni in cui le varie realtà musicali sembravano viaggiare in mondi paralleli, ora i generi si mescolano.
Ma è l’elettronica la musica del nostro futuro? Chi può più dire dove finisca l’uomo e cominci la macchina?
In Gran Bretagna si vendono più campionatori che chitarre elettriche, e forse qualcuno tornando dal futuro ci ha detto che un giorno, la chitarra scomparve del tutto.
Dove nel rock le note son finite, chi può dire cosa non sarà eternamente manopolabile con un loop? E quanti loop e quante scene e quante culture ci avvolgeranno le menti e le labili orecchie da qui all’eterno? Ed è vero che il nuovo John Lennon sarà un dj?
Intanto, che si tratti di incubo o visione, di teatrino passeggero o di opera immortale, godiamoci l’ultimo grande attore in ordine di tempo... ascolti "Melody a.m." dei Rõyksopp e tutto ciò che hai già scritto ti sembra già preistoria.
Ultima considerazione: i 4 Ms John Soda, oltre a discreti musicisti, si sono rivelati anche delle simpatiche persone, e questo è fondamentale in un ambiente dove molto spesso ci si dimentica che, alla fine, it’s only elettronic, but I like it...
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