Come drown
It's a rhythm you know
Come drown
Come drown, yeah
Da “New Eve“
È un vento freddo. Un vento che trasporta dubbi, incertezze, paure. Non sai per cosa stai vivendo e non sai come finirà. Ma non puoi immaginarti che finisca bene. Non per te che sei sempre in bilico tra una fisiologica tristezza ed il baratro.
E cerchi vie d’uscita, a volte le cerchi nei posti sbagliati e in quelle sostanze che ti spingono sempre più giù in un abisso che diventa sempre più scuro.
Per questo hai bisogno della musica. Una musica triste, malinconica che racchiude tutto ciò che senti e che rappresenta la catarsi al termine di un’altra giornata il cui sole che splende, ma non riscalda. Le leggere chitarre distorte hanno la capacità di alleggerire pure il peso dei tuoi ricordi (“Chemicals”). Il ritmo andante della batteria ti porta a muoverti, a sentirti vivo (Today), a sentire un lieve dolore disperso in tutto il torpore che pervade l’esistenza (“Debbie and Charlie”). E la notte si presenta davanti a te, piena di possibilità e oscura psicopatia (“Tribal Dance”)
Non sono mai stato in Belgio, ma me lo immagino invernale, triste, malinconico, senza sole. E un giorno vorrei intraprendere questo viaggio ed esplorare la tristezza più buia. Quella che non dà scampo. Forse il Belgio è metafora. Forse l’esistenza umana è il Belgio.
Il lieto fine è immaginazione, roba da film. Qui c’è tutta la brutalità della vita, nella sua visione più realista. Una vita da cui non si scappa, che è tutto e niente allo stesso tempo.
Pezzi da ascoltare: “Unfinished Relief”, “Chemicals”, “Debbie and Charlie”, “New Eve”
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