Finalmente tornano i Mudvayne con "Lost And Found", terzo lavoro della band dell'Illinois.
Il sottoscritto attendeva con molto interesse questo album, perchè ritiene stupendi, nel loro genere, i loro due dischi precedenti, "LD50" e "The End Of All Things To Come".

Prima dell'uscita di questo ciddì, la mia preoccupazione maggiore era che "Lost And Found" fosse ciò che è stato l'anno scorso "Vol. 3 (The Subliminal Verses)" per gli Slipknot, un album a mio parere deludente a causa di una improvvisa e inaspettata svolta melodica che ha immorbidito il duro sound dei 9 dell'Iowa.
Già dalla copertina si può capire che forse è cambiato qualcosa: non più cover strane che rimandano ad ambienti alieni, ma solo un bambino inerme davanti ad un inquietante tornado. Non sarà mica che quel tornado sia una metafora per descrivere il sound di quest'album? Beh, a confermare questa teoria c'è "Determined" che da inizio alle danze: è il classico brano apri-pista dei Mudvayne, che ricalca lo stile di "Dig"; una potente mazzata per dimostrare che si comincia già a fare sul serio. Poi ci si imbatte in "Pushing Through", altra botta di adrenalina, meno diretta della precedente ma ugualmente d'impatto (da brividi il finale!).
"Happy?" è un pezzo che conoscievo già, dato che si poteva sentire su internet da circa un mese: devo ammettere che quando l'ho ascoltata per la prima volta non mi sembrava un gran che, ma sentita dentro l'album mi da tutt'altra impressione: mi piace moltissimo, grazie soprattutto a quell'andatura iniziale malinconica che pian piano cresce. Molto bella, una delle mie preferite. Bella anche "IMN", con una grande prestazione del singer Chad. "Fall Into Sleep" è il secondo pezzo melodico dopo "Happy?", testo molto triste ("I have a dream, but nobody cares"...) con un chorus orecchiabile. "Rain. Sun. Gone." chiude la prima metà del disco: canzone carina, si fa notare per la chitarra filo-Deftones.

E dopo una grande prima metà (grandioso il tris di canzoni iniziale), passiamo alla seconda parte di questo album. "Choices" con i suoi 8 minuti è la canzone più lunga dell'album, e questo mi ha fatto sperare che i nostri avessero voluto tornare al passato, alle canzoni lunghe e nello stesso tempo stupende che componevano il bellissimo "LD50"... Beh che dire, forse mi ci vorrà un pò di tempo per apprezzare questa canzone, comunque per ora mi sembra un pezzo molto buono, con un chorus devoto alla melodia. "Forget To Remember" (che riprende lo stile agrodolce di "The End Of All Things To Come") e "Tv Radio" sono più o meno sulla stessa linea, comunque molto belle anch'esse, e scorrono via senza problemi (da notare la voce leggermente "computerizzata" di Chad nel ritornello di "Tv Radio").
Con "Just" i nostri tornano a pestare come sanno fare. Tre minuti di puri Mudvayne. "All That You Are" è uno degli episodi più malinconici di tutto l'album (infatti contende con "Happy?" e "Fall Into Sleep" il titolo di "erede" della bellissima "World So Cold"), grazie ad un'andatura lenta e ad un'atmosfera triste che proseguiranno per tutta la durata del pezzo; e poi ci troviamo alla fine, con una "Pulling The String" abbastanza tirata, sicuramente un pò più di "Key To Nothing", la song di chiusura del precedente disco.

Nonostante all'inizio ero rimasto parzialmente deluso, secondo me "Lost And Found" è l'album della definitiva conferma per questo gruppo, grazie soprattutto ad un uso più equilibrato dell'alternanza di parti melodiche e rabbia rispetto al passato (una cosa che già si iniziava a vedere nel precedente album) che ha reso il loro sound più personale e meno fossilizzato su clichè inutili. Se il terzo album è la prova decisiva per un gruppo, credo che i quattro dell'Illinois abbiano passato questa ipotetica prova, in barba a quei critici che gli davano per falliti già dal primo album. Ottima prestazione, come al solito, di Chad Gray e di Ryan Martinie, e anche di Matt McDonough, ma mi ha colpito in particolar modo il fatto che il suono della chitarra di Greg Tribbett è decisamente cambiato rispetto a "The End Of All Things To Come", un fatto che può essere trascurabile, ma che merita di essere menzionato.

Comunque una cosa è certa, i Mudvayne rimangono uno dei pochi gruppi nu-metal a non aver ancora perso credibilità (a differenza di molti gruppi nu, che negli ultimi tre anni hanno pubblicato prodotti a dir poco deludenti); uno dei gruppi più conosciuti e apprezzati nell'ambiente nu ma comunque sempre a debita distanza dalle luci del mainstream (cosa non da poco).
Ritornando al giudizio su "Lost And Found"... Per me è un grande bell'album, in piena sintonia con i loro due lavori passati (voglio far notare che questo disco ce l'ho solo da due settimane circa, ma l'ho già abbondantemente consumato!)... Consigliatissimo per chi aveva già apprezzato i precedenti lavori della band.

Chi temeva, come me, un "Vol.3" in versione Mudvayne, può stare tranquillo e godersi finalmente "Lost And Found".

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