Prendete i Fleet Foxes e trasferiteli in Inghilterra. Mescolateli assieme a del sano country rock ed ecco a voi i Mumford & Sons.

Questi ragazzi, reduci dal fulminante successo del loro album di debutto, "Sigh No More", che ha venduto diversi milioni di copie in tutto il mondo, non sono per nulla scemi. Mescolando, vari generi musicali, basando le loro canzoni sempre su melodie molto orecchiabili (a volte perfino sdolcinate e pompose) e su ritmi irresistibili che mettono voglia di ballare, il gruppo, guidato dal poliedrico Marcus Mumford, racchiude nella varietà (abilmente dosata e cammuffata, per non irritare i palati più sensibili) il segreto del proprio successo. Dopo una epica title-track in apertura che richiama da più parti i Fleet Foxes passiamo da tracce tranquille come "The Cave" (che potrebbe essere tranquillamente estratta dal primo album dei Dodos) ad altre più romantiche come "Winter Winds", fino a raggiungere il famosissimo singolo "Little Lion Man", che li ha fatti conoscere al mondo. Interessante anche il richiamo al Piano-rock di "Dustbowl Dance", di Webberiana memoria. 

"Sigh No More" è quindi un album ben strutturato, piacevole e non troppo lungo. Non si grida certo al capolavoro, visti i numerosi riempitivi sparsi per il disco e l'esagerazione raggiunta in alcuni punti (diversi sono infatti i finali pomposi, epici e del tutto fuori luogo), ma questo debutto rappresenta una buona promessa per il futuro.

Voto: 4- 

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