C'é molto entusiasmo in rete per questo romanzo di fantascienza.
C'é entusiasmo anche per la scrittrice, Mur Lafferty.
Che nasce come podcaster, editor di "Escape Pod" (podcast di Science Fiction), poi evolve a romanzista, questo é il suo - credo - secondo libro "vero".
Siccome in molti hanno gridato al prodigio, mi é sembrato necessario leggerlo.
Premetto che ho dodici anni in piú della Mur e, come mi successe al tempo per Wu Ming, probabilmente questi dodici anni creano un fossato di una certa qual consistenza tra chi scrive e chi legge.
Comunque.
Il romanzo si sviluppa attraverso sei giorni cruciali nel corso del venticinquesimo anno del viaggio dell'astronave Dormire (DoorMaiar) dalla terra verso il pianeta Artemis in Tau Ceti.
Non sapremo nulla di piú di Artemis, né del motivo ufficiale del viaggio, né del fatto che questo sia il primo viaggio interstellare o meno tentato dai terrestri.
Siam lí. All'inizio di un viaggio di 400 anni.
La nave ospita qualche migliaio di uomini e donne ibernati, ed é guidata da un equipaggio composto da sei persone - tre uomini e tre donne - ed un AI (Intelligenza Artificiale. Pensate ad HAL di "2001").
Il nocciolo della questione é nella natura della clonazione.
I sei uomini dell'equipaggio sono sei cloni, in magazzino vi sono centinaia di corpi pronti ad essere clonati qualora qualcosa succedesse (e succederá, ed era giá successo) a uno o piú dei membri dello staff.
Questa é l'idea dietro la quale i sei saranno in grado di portare Dormire alla fine del suo viaggio di 400 anni: essi saranno all'occasione clonati, e reintegrati nelle loro energie e nella loro salute di base.
Ma la clonazione crea problemi, crea tensioni, crea imbarazzi, crea paradossi soprattutto.
Una pratica sulla terra sperimentata e consueta - ancorché non generalmente accettata, dalla religione innanzitutto - viene trasportata in un ambito chiuso nel quale non é piú una scelta ma un obbligo, e con ogni evidenza il background culturale dei sei non é pronto per questo.
Va detto che l'ecologia di ciascuno di questi personaggi é ricca ed accorta, il loro background individuale prima dell'imbarco é descritto con dovizia di particolari ed é credibile.
Il limite dell'opera é che si apre con un sestuplo omicidio ed assume immediatamente i contorni di un giallo: é vero che siamo nello spazio, é vero che tutto é incentrato sul come e perché clonare e se i cloni abbiano o meno il tag di "essere umano" attivo, ma in realtá l'intero romanzo prosegue sulla falsariga di "Dieci Piccoli Indiani" alla ricerca dell'assassino tra sospetti, conflitti, simpatie, ammutinamenti e flussi di coscienza collettivi.
Singolare il ruolo di IAN - il corrispettivo di HAL - che come nel libro di Clarke si trova in acre conflitto tra la salvaguardia della missione e la cura parentale dei membri dell'equipaggio, e che non sempre (quasi mai) sembrerá avere le idee chiare in proposito, passando attraverso una fase ove decide di finirla, farli fuori tutti e tornare a casa.
Lo sviluppo finale di IAN é inedito e forse (forse) raffina il destino di HAL.
Oppure forse é solo un escamotage per aggiungere qualche "stranezza" non essenziale a ció che del romanzo resterá in memoria.
É assolutamente evidente fin dall'inizio come Mur Lafferty parteggi per i personaggi femminili che naturalmente sono quelli che salverebbero il mondo se ci fosse un mondo da salvare.
Trovo il racconto tecnicamente ben scritto. Il canovaccio ideato con una qualche competenza scientifica (benché diversi punti risultino oscuri, in alcuni casi probabilmente non volendolo, in altri casi intenzionalmente perché non c'é soluzione razionale all'incoerenza generata).
Mi aspetto da un romanzo di fantascienza qualcosa di piú di un "gioca a trovare l'assassino", per quanto ben congegnato.
Mi aspetto da un romanzo sul quale si é creato un moto di popolo qualcosa di piú di una serie di idee attaccate in qualche modo l'una all'altra.
Manca il genio. Manca il genius loci.
Termino con la risposta alla classica domanda con la quale chiudo sempre la lettura di un libro.
No, non mi é dispiaciuto separarmene.
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