Terzo album della band inglese e terzo capolavoro! Si merita decisamente un voto vicino alla perfezione, poichè chi come me è un amante del genere, non può che reputarlo come il miglior album finora inciso. Absolution è un capolavoro di paranoia e cattiveria, e quindi racchiude in se quello che i Muse tentavano di esprimere nei precedenti due album, ovvero in Showbiz, album d’esordio, che descrive a pieno lo spirito paranoico e cupo di questa band, e Origin Of Symmetry, secondo album, decisamente più cattivo e più orecchiabile. Ma in Absolution questi due fili conduttori, espressi precedentemente in maniera separata, sono mescolati con cura ed armonia, ed infatti possiamo ritrovarvi canzoni davvero inquietanti come “Sing For Absolution”, che rispecchia i Muse di Showbiz, e canzoni cattive, distorte, con più "carattere", come “Stockholm Syndrome”, che si accosta più facilmente a “New Born” o a “Citizen Erased”, tracce che troviamo in Origin Of Symmetry.

Ma se i primi due album della band anglosassone sembrano tra di loro così distanti, Absolution non presenta tracce di incongruenza: le canzoni sono perfettamente disposte in modo da non far sentire troppo lo stacco tra i due stili. Da un punto di vista tecnico, e per confermare la tesi per cui questo cd racchiude tutto lo stile dei Muse, è da sottolineare l’utilizzo massiccio del pianoforte, come in Showbiz, ma anche delle distorsioni più pesanti, come in Origin Of Symmetry. Si deve sottolineare anche la scelta dei Muse di incidere canzoni che possono essere più facilmente utilizzate come singoli, senza togliere niente alla qualità e allo stile: e per questo è sbagliato pensare che “Time Is Running Out”, secondo singolo (il primo è “Stockholm Syndrome”, scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale), sia una canzone solamente commerciale: è decisamente più orecchiabile, ma non per questo perde di valore artistico. E con questa idea sono state registrate altre tracce, come “Hysteria” (che fonti attendibili mi indicano come prossimo singolo), o come “The Small Print”, tutte canzoni che possono essere avvicinate tra di loro per sound e stile.

Decisamente saliti di livello anche i testi, che acquistano qualità rispetto ai due precedenti album, ma si sa che l’esperienza significa molto in questo senso. Come tutti gli album dei Muse, anche questo ci regala perle di incredibile bellezza: infatti se Showbiz ci presenta canzoni come “Muscle Museum” o “Sunburn”, e se Origin Of Symmetry ci dona in eredità primizie come “Plug In Baby” o “Micro Cuts”, Absolution non è da meno, visti capolavori come “Blackout” e “Thoughts Of A Dying Atheist” (che ritengo esser la migliore canzone dei Muse, seconda forse, e sottolineo forse, solo a “Plug In Baby”!). Particolarmente curiosa è la traccia 12: ”Endlessly”, un sound calmo, con una tastiera decisamente soft, batteria suonata con leggerezza, voce calda e dolce, violini che non mancano certamente in quest’album, uno stile quasi da salotto, una di quelle canzoni da mettere in sottofondo quando parli con qualcuno, o da ascoltare mentre ti addormenti, data la quantità enorme di relax che emana. Le uniche tracce che non mi hanno emozionato particolarmente, escludendo naturalmente “Intro” e “Interlude”, che durano complessivamente un minuto, sono: “Falling Away With You” e “Ruled By Secrecy”, ma nessuno è perfetto, o almeno così si dice in giro!

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