I Muse giocano a fare gli alternativi. Da quando hanno iniziato a crearsi un proprio sound (il che per molti equivale alla parola "commercializzarsi"), lasciandosi alle spalle i fantasmi alla Radiohead (coro generale: NOOOOO), hanno preso l'abitudine di depistare i propri fan prima dell'uscita di un disco. Se per The Resistance avevano fatto la caccia al tesoro virtuale, che portò alla scoperta di United States Of Eurasia (Si, esatto, la canzone in stile falso Queen), per The 2nd Law hanno reso pubbliche le canzoni più disparate (Survival sempre in stile Queen, Unsustainable in stile "siamo-dei-fighi-alternativi e Madness in stile "sono-il-figlio-di-Prince).

Non si tratta dell'istinto suicida che ha reso famosi i Radiohead, no, ma di una forma avanzata di commercio. Infatti dando un ascolto anche veloce all'album (reso pubblico in streaming online tre giorni fa), ci si rende conto di come ogni canzone rappresenti un'atmosfera diversa, più o meno riuscita. Passando per un rock che starebbe benissimo in un film di James Bond (Supremacy), per un disco-funk stile anni ottanta, che richiama vagamente Thriller di Jackson (Panic Station), ad un più eclettico beat ossessivo, in cui Bellamy ha voluto inserire anche il battito di suo figlio mentre era ancora in grembo (Follow Me), si arriva fino alla scontata ballad di dovere del disco (Explorers).

Atmosfere stile U2 a manetta in Big Freeze (dovute probabilmente al fatto che i muse hanno fatto da opening att per alcuni loro concerti) e una ventata di aria nuova nelle due canzoni cantate da Chris Wolstenholme, bassista del gruppo, tutto sommato dalla voce gradevole (Save me e Liquid State). Si arriva quindi alle due "opere orchestrali" (se così si possono considerare) del disco: la prima, Unsustainable, rappresenta un episodio poco riuscito di seguire la moda corrente dell'onda dubstep (bellissimi comunque gli archi all'inizio). La seconda invece, secondo il mio modesto parere, rappresenta il picco dell'album, con un intro pulita di pianoforte e chitarra, a cui si aggiungono in seguito archi e un beat ossessivo, mentre una voce di sottofondo dichiara che "In an Isolated System, the entropy can only encrease". 

Dunque, tirando le somme, un album che rappresenta la volontà di cambiare, e di non porre limiti al sound della band; in alcune parti gradevole, in altre un po' meno, ma la cui funzione principale è ricordarti durante l'interrogazione di chimica quale sia la seconda legge della termodinamica, e come in un sistema isolato (italia?) l'energia possa solo disperdersi, senza possibili rimedi. 

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