Capolavoro! Ci voleva nella carriera dei Muse! Se i primi tre album partivano bene per finire un po’ sottotono, e “Black Holes” calare nel centro per riprendersi con “Knights Of Cydonia”, questo è un album in cui non ci sono cadute di tono, l’ispirazione è sempre massima, la genialità cresce brano per brano. Almeno, questo è il parere di un fan “particolare” dei Muse: non sono il fan che si è avvicinato a loro SOLO per i pezzi rock tirati o SOLO per le influenze elettroniche o SOLO per i barocchismi e i classicismi: trovo le loro assortitissime influenze amalgamate perfettamente e di questo album in particolare non cambierei una singola nota.
L’apertura dell’album è affidata ai primi tre singoli (così dice l’etichetta attaccata sul packaging dell’album): “Uprising”, primo estratto, imperversa in radio e rappresenta il lato più “electro-glam rock” del set. È ispirato tanto ai Goldfrapp quanto a Doctor Who dei KLF. Ottimo assaggio dell’album, non avrebbe sfigurato in “Black Holes” al posto delle mediocri “City Of Delusion” o “Exo Politics”. Proseguono “Resistance”, brano con cori da stadio piuttosto epico, introdotto e concluso da una lunghissima coda di sintetizzatore i cui accordi ricalcano pesantemente quelli di “Citizen Erased”. “Undisclosed Desires” è il brano che promette di spaccare negli USA, per il suo beat elettronico che ricorda i Depeche Mode. Il ritornello ha forti reminiscenze di quello di “Enjoy The Silence” (almeno per me).
“Guiding Light” è un lentone che mi sa molto di anni ’80 per l’arrangiamento e di Natale per la melodia. Buon brano, non certo però il capolavoro dell’album.
I capolavori di genialità iniziano dalla quarta traccia: i brani si fanno più complessi, con intermezzi arabeggianti, citazioni classiche, cambi di tempo, ritmo, tonalità, mood: prendete il capolavoro “United States Of Eurasia”: a tratti è spudoratamente à la Queen (sentire i cori Bohemianrapsodiani che precedono il ritornello e il finale “Eura-sia!-sia!”) altrove è intermezzata da un’orchestra piuttosto arabeggiante, fino a concludersi con il “Notturno Op. 2” di Chopin, che si dissolve in un suono di aereo che passa sulla testa. Altro colpo di genio pazzesco è “Unnatural Selection”, forse la mia traccia preferita: partenza con organo da chiesa e voce filtrata, poi riffone di chitarra che conquista e poi un blues lento, depresso, per poi terminare con il tema principale. Il tutto in 6’54”. Certo, è la solita “Paranoid Android” dei Muse, da accostare a “New Born” e “Citizen Erased”, ma non può non piacere. Non vedo l’ora di sentirla dal vivo a Torino, il 4 dicembre.
“MK Ultra” è ancora stupenda, un riffone di chitarra/sintetizzatore super effettato la apre, il ritmo è veloce, per poi rallentare nel ritornello. La chiusura di questi ultimi due brani è super tirata, piacerà a chi ha adorato “Stockholm Syndrome”. Ottima “I Belong To You”, che si apre come un pop saltellante alla Queen/Beatles, per poi sfociare nella straziante “Mon Coeur S’ouvre à ta Voix”, citazione dell’omonima aria tratta da “Sansone e Dalila” di Saint Saens. Riprende poi la melodia iniziale per chiudersi con un accordo solenne, soft. Ecco poi iniziare il picco di genialità: la sinfonia “Exogenesis”, divisa in tre parti, per un totale di dodici minuti. I testi sono concisi, a favore dei lunghi interludi orchestrali, che danno la pelle d’oca. In alcuni passaggi si hanno forti reminiscenze di “Butterflies And Hurricanes” e “Micro Cuts”, ma l’opera è puro genio.
A completare il tutto un booklet stupendo con testi, immagini psichedeliche quanto quella di copertina, foto dei Muse in bianco e nero. Chicca per i fan come me: acquistando la versione CD+DVD, potrete vedere come i Muse hanno registrato quello che secondo me è il loro miglior album fino a oggi, tra schiocchi di dita registrati nella toilette, sovra incisioni, orchestre di ventisei elementi impegnate nelle prove, registrazioni del pianoforte e della chitarra, scherzi tra i tre musicisti.
Ottimo album, cinque stelle senza dubbio, ma il suo unico difetto è il creare nei fan che, come me, lo stanno apprezzando moltissimo, aspettative elevatissime per il futuro. Mi chiedo: come farebbero a dare un seguito degno a un album così geniale e variegato? Registrandone uno uguale o proponendo un album-scivolone? O meglio, inventandosi qualcosa di migliore (cosa difficilissima secondo me?). Fattostà che questo quinto capitolo li conferma come una boccata d'aria nella musica attuale, una delle band più valide sul mercato di oggi, in cui regnano gruppettini come i Metro Station, i Dari, i Lost, i Tokio Hotel, che per me valgono veramente poco.
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