Preferirei non parlare di un album che sarà.

Che sarà nei negozi di dischi il 14 settembre.

Preferirei non parlarne, ma devo. Cioè, è un obbligo morale e astenersi da commenti e giudizi sarebbe un comportamento da ignavo dantesco.

E' da poco disponibile sul sito del "Progetto Eurasia" l'ascolto di una delle nuove canzoni dei Muse.

Che, tra parentesi, non sarà il nuovo singolo.

Che, tra parentesi, è il premio di una caccia al tesoro planetaria.

Dopo Lost, il Cavaliere Oscuro e tant'altri, ora anche i Muse si cimentano nel cosìdetto "virale".

Un pò di chiavette USB sparse per il mondo, le sfere del drago dei poveri, che contengono i pezzi di questa nuova canzone. Le metti insieme...et voilà...come per magia spunta "United States of Eurasia".

Si, lo so.

La caccia al tesoro fa molto gay e il titolo della canzone sembra un obbiettivo del Risiko.

Ma facciamo un piccolo salto indietro. Dalle varie interviste di un pò di tempo fa scopriamo dalla boccuccia di Bellamy (frontman, vocalist, guitarrist, tastierist, pianist e chissà quant'altro) che con questo nuovo album si volta completamente pagina: infatti il The Resistance (è il titolo del nuovo parto dei Muse, non so voi ma a me fa venire in mente la resistance nel film di South Park) è stato registrato in Italia (vedi lago di Como) e per l'arrangiamento dei pezzi è stata convocata (o evocata, che dir si voglia) un'intera orchestra.

Premetto che l'idea di registrare in Italia non mi è sembrata una gran cosa: non datemi del filoamericano, ma perchè certi nostri gruppi vanno a registrare a San Francisco (parlamiiii d'amooooore) e questi vengono a partorire il loro nuovo disco qui da noi? Sarà che il Bellamy è fidanzato con una muchacha italiana, sarà l'amore per le bellezze paesaggistiche della nostra meravigliosa (?) penisola. Sarà quel che sarà, comunque non sono fatti miei.

Quanto all'orchestra, non è sia un gran sinonimo di voltare pagina.

Cioè volto pagina se adotto un bambino africano, se decido di andare a vendere panzerotti e frittelle on the road nella Grande Mela, ma un'orchestra... Non è esattamente voltare pagina.

Basti pensare all'S&M... Quell'esperienza non ha impedito ai Metallica di regalare al mondo quella gigantesca cagata dal nome impronunciabile quale St.Anger.

Il Voldemort della musica, l'album-che-non-deve-essere-nominato.

Comunque nonostante tutti i miei giri di parole il seme è stato piantato e tanti (me compreso) si sono ritrovati in trepida attesa per questo The Residence...cioè The Resistance.

Ed eccolo qua, questo nuovo non-singolo, fresco fresco appena sfornato.

Non mi soffermo sulla bassa qualità dell'audio. In fondo è solo un piccolo promo, un promino. Il pezzo inizia con piano e archi, la voce leggera di Bellamy, niente falsetti alla Supermassive. E poi boom, entra il resto della band con un attacco che ricorda molto molto da vicino i Queen ("We Are The Champions"? "Bohemian Rhapsody"?), gli archi che inneggiano ad un tema arabeggiante (retaggio del gusto orientalizzante dell'800? Ce ne hanno dato un gustoso assaggio anche System of a Down con la loro Hypnotize...), il pezzo si fa più vivace, l'intento politico del testo è palese, 'sto maledetto tema arabeggiante continua anche nella parte finale del pezzo, stavolta seguito da una serie di coretti palesemente in stile Queen (e siamo a due), che chiudono il tutto.

Sicuramente non è una canzone da singolo, non è immediata come un polpettone pop (un poppettone) e tutta 'sta novità stilistica si riduce agli ammicc ammicc verso un sound glam rock finto barocco.

Oggettivamente parlando può risultare un carinissimo tuffo del passato o una cagata colossale.

Soggettivamente il pezzo mi è piaciuto.

Certo non mi ha esaltato, ma mi è piaciuto comunque.

Oggettivi e soggettivi, penso che un pò tutti rinviamo il giudizio all'ascolto dell'intero album.

Non siate crudeli con questi giovini (?) desiderosi di esplorare nuove (?) strade (musicali e non).

In fondo...chi non ha mai avuto voglia di strappare (affettuosamente) un pò di capelli da quel grazioso ciuffettino che il Bellamy si porta incollato in testa? Chi non ha mai voluto rubargli quel nasino prepotente?

Diamo una possibilità a questi gentlemen di entrare nei nostri cuoricini, chiudiamo gli occhi e diamogli un pò di fiducia. Sarà il tempo a decidere se dobbiamo acclamarli.

O se dobbiamo calciarli a sangue.

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