Nono album in studio per i Muse, “Will Of The People” arriva a quattro anni da quel “Simulation Theory” non esattamente accolto con grande calore, né dalla critica né dal pubblico.
Laddove la prova precedente imboccava con decisione una strada ben definita (anche se poi, a livello di risultati, forse un tantino disomogenea), andando a pescare a piene mani nell’immaginario eighties e facendo il pieno di sintetizzatori e suoni vintage, questo nuovo lavoro è stato concepito, a detta del leader Matt Bellamy, come un “greatest hits di inediti”. Non a caso, la Warner aveva richiesto al trio britannico una raccolta di successi, ma i tre del Devon ha optato invece per il comporre dieci brani nuovi di zecca, autoprodotti e registrati tra Londra e Los Angeles.
Anche in questo nuovo disco l’eterogeneità la fa da padrona, ma stavolta c’è un maggior senso di compimento ed i singoli episodi sembrano legati da un collante ben più saldo rispetto alla prova precedente. A tratti si palesa il tanto richiesto (dai fans della prima ora) “ritorno alle origini”, come nelle mazzate industrial metal di “Kill Or Be Killed” o nel refrain del lead single “Won’t Stand Down”, che però ben presto si scioglie in una coda metalcore mai azzardata finora dalla band britannica. In “Euphoria” si sfiora addirittura il fanservice, viste le citazioni evidenti a vecchi ed amatissimi episodi come “Bliss” e “Knights Of Cydonia”. In altri casi si va a recuperare il vero, grande amore del virtuoso frontman Bellamy: ovvero i Queen, che si palesano fin troppo evidentemente nella pomposa “Liberation”.
Il tutto è inaugurato dal glam rock della titletrack, fin troppo debitrice del vecchio classico del Reverendo Manson “The Beautiful People”, e dal secondo singolo “Compliance”, un synth pop che però a conti fatti è l’episodio meno incisivo del lavoro. “Ghosts (How Can I Move On)” si sposta in territorio ballad per piano e voce, e ricorda da vicino (come dichiarato dallo stesso Matt) certe cose di Adele. Non manca una cavalcata devastante come “You Make Me Feel Like It’s Halloween”, che sarà il prossimo singolo e recupera certe pulsioni ottantiane evidenti sopratutto nella vecchia “Map Of The Problematique”. Chiude il punk rock sparato a mille à la Biffy Clyro di “We Are Fucking Fucked”.
Un bel disco questo “Will Of The People”, a conti fatti il miglior album dei Muse da “The Resistance”.
Brano migliore: “Kill Or Be Killed”
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