La milk and coffee music non è fatta di soli Giorni Verdi, Addizioni e Somme e Cartellini Gialli, ma ci sono tanti altri gruppi che seppur non godono di eccessiva visibilità meritano comunque di essere portati all'attenzione del pubblico.
Gli MxPx sono un gruppo pop/punk rock provenienti da Bremerton, Washington formatisi nel 1992. Il nome originario della band era Magnifield Place cambiato nel più oreccchiabile MxPx. Su questo cambio esistono diverse storielle e versioni, ma comunque andiamo oltre per motivi di spazio.
La line-up è formata da Mike Herrera voce e basso, Tom Wisniewski alla chitarra e Yury Riley alla chitarra. Questo è il settimo album in studio, nonché il primo con la nuova label SideOne Dummy Records. Recentemente la band ha però cambiato di nuovo etichetta per registrare il loro ultimo disco in studio "Secret Weapon" uscito l'anno scorso.
Il cd è composto da quattordici brani tutti molto orecchiabili all'insegna del pop-punk, anche se non manca qualche episodio più duro.
Si parte con l'opener "The darkest places" canzone punk rock velocissima nel ritmo e molto bella. Si prosegue con le più melodiche "Young and depressed", ma soprattutto "Heard that sound", che sebbene sia semplice pop-punk ha davvero una grande melodia azzeccata. Posizione quattro per "Cold streets" che vede un intro di batteria e chitarre e ha ottimi riff e buona velocità. Arriviamo a "The story" la migliore del cd a mio avviso insieme a "The darkest places", qui le chitarre si fanno pesanti e creano un sound invitante per l ascoltatore. Dopo queste prime track abbastanza energiche ci rilassiamo un attimo con la ballata rock con tanto di assolo "Wrecking hotel rooms" che vede la partecipazione alla voce insieme al frontaman di Mark Hoppus, ex Blink-182 e attuale bassista e membro degli Angels And Airwaves.
Se la prima parte di cd era stata intensa, la seconda continua su questa strada concedendosi però pezzi a tratti diversi tra di loro. Il pezzo sicuramente più sperimentale è "Late again" con il suo inusuale tiro country/folk con tanto di folli assoli di chitarra innestato su una sezione ritmica prettamente melodic hardcore (Do you know Bad Religion?). Questo pezzo non avrebbe sfigurato visto l'album in questione su "Before Everything And After".
Altre canzoni da menzionare in questa seconda parte del disco sono l'emozionale "Grey sky turn blue", la dolce "Waiting for the world to end" e la verve hardcore di "Get out me out" con buoni assoli e per aggressività sopra alla media. Le altre ricalcano il classico stile pop punk ma si fanno notare di meno rispetto alle altre. Mentre a "This weekend" è affidato il compito di salutarci con la sua melodia e i classici cori.
In conclusione è un buon album, di ottima fattura carino e coinvolgente riuscendo anche a passare in maniera convincente da segmenti melodici a parti più veloci ed energiche in perfetto loro stile. E comunque meglio un album del genere che le ultime uscite sempre annata 2005 di gruppi che dicono di fare hardcore melodico (ma che a tratti finisce col diventare tremendamente stucchevole e mieloso allontanandosi dal punk) come Lagwagon e No Use For A Name.
Carico i commenti... con calma