Questo ottavo disco di inediti del gruppo washingtoniano presenta una costante e una novità. La costante è rappresentata dalla line-up che ormai continua di anno in anno in pratica quasi dagli esordi a rimanere invariata. La variabile è rappresentata dall'abbandono della SideOne Dummy records e quindi dall'ennesimo cambio di etichetta, che però non è un esordio, in quanto il combo aveva già collaborato con la Tooth & Nail in occasione dei primi tre album.

Passando a questioni più pratiche e meno teoriche, cioè alle sette note, anche qui ci sono novità in pentola. Mike Herrera e soci sembrano riessersi riappropriati di quella dinamicità e energia e quella carica che non si vedeva tirare fuori da un bel po' di tempo. Se il precedente "Panic" a me personalmente aveva sorpreso positivamente, questo non deluderà nemmeno i fan.

Il loro pop punk scanzonato e orecchiabile sembra aver lasciato posto ad un impatto più diretto, melodico, ma stavolta più grezzo. Indice di questo cambiamento, in parte è da additare alla label con cui secondo molti hanno prodotto i loro miglior album.

L'elemento che salta subito all'orecchio, dopo pochi secondi del disco è senz'altro la sezione ritmica davvero potente e con un incedere di batteria che per molti tratti rientra tipicamente in ambienti hardcore. Questo dà alla canzoni quella grinta in più che non guasta mai. Le stesse chitarre si dimostrano spesso molto graffianti e sporche per un gruppo dedito al pop punk.

Emblematiche di queste novità è subito il pezzo d'apertura ovvero "Secret Weapon" la title-track velocissima e potente che se ne esce pure con un bel assolo ricordando da vicino gli ultimi gruppi hc new school, piuttosto che Blink-182 e compagnia. Senza dubbio una delle più belle degli ultimi anni. Discorso simile pure per la successiva "Shut It Down" arricchita da pregevoli cori.

Scorrendo troviamo anche episodi più easy listening ("Top Of The Charts", "Sad Sad Song") in pratica gli unici due lenti del platter e più vicine stilisticamente ai lavori precedenti, senza tuttavia toccare i livelli della ballata "Wrecking Hotel Rooms". Particolarmente riuscito è il riff che sorregge "Angels", ma il miglior episodio al pari della title-track sembra essere "You're On Fire" con un motivetto che ti si stampa in testa e una volta imparato non puoi non canticchiare.

Per chi invece è alla ricerca del sonoro per il proprio antifurto della 147 dia un occhio al bridge di "Chop chop". Da ascoltare pure le fresche "Never Better Than Now" e "Not Nothing". Mentre "l'arrivederci alla prossima, è stato un piacere" c'è lo dà "Tightly wound".

Sebbene "Secret Weapon" si faccia ascoltare con piacere, tuttavia presenta una tracklist troppo dispersiva. 16 canzoni sono un po' troppe, per rendere il tutto più compatto si doveva tagliare qualcosa. Naturalmente lo faccio notare, anche se poi sia detto chiaramente nell'era del download e degli mp3 con playlist do it your self, dove ognuno si prende le sue 4/5 canzoni del disco e il resto lo ripone da parte per ascoltare solo quelle che più li piacciono, non interessa molto. Ma dovendo giudicare un disco anche dalla sua architettura generale è un fatto da segnalare.

Da segnalare che al disco sono abbinate diverse bonus track a seconda la versione presa in esame. Nella versione in mio possesso, sotto l'emblematico appellativo di "Hidden track" si trova una canzoncina rapida dai tratti semi-acustici.

Sebbene a livello di spontaneità questo lavoro sia persino superiore al suo predecessore, si dimostra essere un tantino lungo, rimanendo tuttavia un disco molto rispettabile e va dato atto alla band di andare in controtendenza rispetto a buona parte delle band odierne che fanno lo stesso genere.

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