Da qualche parte ho letto che i 2 ep che i My Bloody Valentine fecero uscire tra il '90 e il '91 sono il perfetto anello di congiunzione tra "Isn't Anything" e "Loveless": beh vero, verissimo.
Nelle 4 tracce (tra cui quella "Soon" che chiudeva "Loveless") di "Glider" (1990) ritroviamo infatti quel narcotico, ipnotico, metafisico, irresistibile suono tipicamente "mybloodyvalentiniano" che li aveva resi fondamentali per la scena shoegaze: qui però il tutto appare maggiormente amalgamato, compatto, definito, accattivante direi, e gli arrangiamenti cominciano a prendere quella piega che renderà la band qualcosa di ancora oggi sostanzialmente indefinibile, inafferrabile.
La titletrack è un mantra strumentale, distorto, psichedelico, dolcemente ossessivo, con un crescendo lento, inarrestabile; "Don't Ask Me Why" ha quella loro tipica atmosfera "cullante" a cui manca solamente il caratteristico trattamento per chitarre iperdistorte e ondivaghe che peraltro esplodono nella splendida coda. Nella conclusiva "Off Your Face" la voce della Butcher si fa ultraterrena, accompagnata da distorsioni che ormai stanno levitando sempre di più.
Insomma è la prima, ispiratissima parte del passaggio che porterà alla (purtroppo) definitiva (almeno per ora) evoluzione della band; che con "Loveless" segnerà un capitolo fondamentale ed imprescindibile per la storia del rock.
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