Ascoltando di primo acchitto l'ultima creazione del gruppo di Gerard Way, si ha come l'impressione di aver sbagliato disco. Viene in mente di aver scaricato dal mulo una copia taroccata o che sia uno scherzo, eppure niente di tutto questo.

La parola giusta è stupore. Ora se a questo aggettivo va dato una connotazione positiva o negativa, lo lascio stabilire a voi altri, ma non si può prescindere da questo dato per analizzare il quarto disco dei My Chemical Romance.

Proprio loro, sempre indicati da una certa stampa come vicini a una moda e un immaginario dark, ma a dire il vero più a livello di immagine e make-up che altro, se ne escono fuori con un manifesto "Danger Days: The True Lives Of The Fabulous Killjoys" prodotto sempre da quel Rob Cavallo, che rinnega buona parte della loro storia.

Poteva essere il disco della conferma ed invece è stato quello dell'ovvietà fatta ragione. Diciamocela tutta, fa un certo effetto sentirli su certo coordinate sonore, che mai mi sarai aspettato di sentire provenire da un loro disco.

Questo è il primo disco purtroppo che contiene i primi pezzi veramente brutti (non parlo di semplici riempitivi) della loro carriera. "Planetary Go!", "Sing", "Party Poison" brutti colpi per chi aveva costruito un formidabile ensemble come "The Black Parade".

Questi motivetti allegri e un po' banali, nonché l'atmosfera festosa che circonda il disco stride con un immagine o con chi aveva apprezzato altri My Chemical Romance e altri dischi.

Un po' di pop-punk dell'ultima ora quello diluito con synth ed elettronica frullati con il rock da arena dei Muse e un po' degli ultimi The Used di Artwork, ed ecco che il quadro è completo.

Fortunatamente il disco non è formato solo da brani dimenticabili o da oscenità ("Planetary Go!" l'avrebbe potuta scrivere qualsiasi boyband!) ma riesce a tirarsi su e autoreggersi in piedi quando Gerard Way torna a fare il Gerard Way e accompagnato dall'allegra brigata tira fuori la delicata ballad "Summertime" - "The Kids From Yesterdays" dotata di uno dei migliori refrain - Save Yourself, I'll Hold Them Back" e "The Only Hope For Me Is You", che non riusciranno a eguagliare i vecchi cavalli di battaglia, ma sono utili a spostare il baricentro di un giudizio altrimenti non troppo lusinghiero.

Va dato atto ai My Chemical Romance di riuscire comunque in qualsiasi frangente a tirare fuori pezzi che rimangono in testa e di avere un gusto pop non da poco si legga la goliardica dal titolo e non solo "Na na na (Na na na na na na na na na)" che per soluzioni adottate ricorda un po' "Dead!" del precedente disco e "Bulletproof Heart" altro inno live.

L'unico pezzo vecchio stile che verrà apprezzzato dai vecchi fan è "Destroya" che senza indugi in antitesi col resto, spazza via tutto e ci riporta in dietro nel tempo con un tornado di inquietudine e toni foschi.

Si potrebbero dire tante altre cose, a partire dalla storia del concept, ma in verità i punti su cui riflettere sono altri, che la passione fumettistica del frontman o la storia e lo scenario apocalittico dei supereroi che combattono il male narrato in un futuro prossimo e che fa da sfondo alle liriche del disco. Anche se gli interludi che spezzano il disco si potevano fracamente evitare.

Sorprende infine che i due inediti relegati a ruolo di bonus track nelle altre versione del disco, non siano state inserite nella "versione" ordinaria a favore di pezzi al contrario totalmente da scartare. Ma questa caratteristica capita sovente di questi tempi.

Un disco molto leggero e fruibile per la massa, che onestamente mi sarei aspettato più dai Sum 41, che invece con l'ultimo "Screaming Bloody Murder" si sono travestiti da MCR, che altro. Il giudizio è sospeso, sta ora a loro decidere se continuare sulla strada tracciata da "Danger Days..." ed essere un piccolo puntino che non si distingue dalla affollata scena musicale mainstream attuale o sapientemente fare un passo indietro...

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