Esordisco su questo simpatico sito segnalandovi un disco che non può mancare sulla mensola dei seguaci del Guru Albini (che qui pullulano, con tanto di mano che si apre e si chude a mo di pianta carnivora).
Infatti “Paradise” di shellachesco ha quasi tutto, dalla scelta del timbro (chitarra e basso EGC) a quella dello studio di registrazione (l'Electrical Audio di Chicago).
Ho detto quasi. Il subdolo trio australiano dei My Disco (Big Black omen) supera in parossisimo le minimalità e le timbriche degli Shellac, dipartendo dal loro chitarrismo rock spigoloso e vagamente blueseggiante e privilegiando una ritmica più vicina all'essenza trascinante ed ipnotica di certa musica da discoteca.
Come dei tibetani ribelli, i My Disco sciorinano i loro mantra acustici in modo talvolta implacabile (mediante plettrate ossessive sulla stessa nota o sullo stesso accordo per minuti e minuti), talvolta rarefatto (corde percosse come colpi di campana, intervallate da vuoti totali).
Il chitarrista indulge su quel suono caratteristico dell'alluminio, così brillante ed abrasivo, lasciando che il sustain faccia tutto il lavoro al posto suo. Il bassista è il più “sfaticato” di tutti, anche se compensa aggiungendo un “cantato” (una litanìa monocorde di singole frasi). Il batterista con metronomica disciplina ripete un pattern per tutta la durata del brano, incrementandone il già alto potenziale psichedelico e permettendoci di gustare percussioni dagli splendidi riverberi naturali.
Di questo disco mi piace soprattutto il modo in cui sono riusciti a farlo suonare, piuttosto che il modo in cui è stato composto ed eseguito. Inoltre il minimalismo è sapiente, riesce ad essere più provocatorio togliendo cose, anziché aggiungendole.
Pubblicare un lavoro simile deve aver necessitato di una grande dose di coraggio e convinzione. Non suona come nessun altro disco ma, per gli ovvi limiti che l'esperimento concede, non può trovare ulteriori sviluppi originali (il disco successivo, “Little Joy”, sarà infatti un mero reiterare il concetto ma in modo più blando e ballabile).
Va ascoltato possibilmente senza rumori di fondo, dovete gustarvi ogni sfrigolamento, ogni battimento armonico, ogni silenzio, ogni rimbombo, ogni gnagno gnò.
Le tracce più rappresentative: “Paradise”, “An Even Sun” e “German For Attention”.
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