Quando comprai questo album ero convinto di avere tra le mani l'ennesimo masterpiece della Sposa Moribonda, sicuramente uno dei gruppi che più hanno contribuito a rendere la scena Doom degli ultimi anni assolutamente degna di nota. Come scordare infatti capolavori immensi come "Turn Loose the Swans" o "The Angel and the Dark River"? Dopo averli scoperti e venerati, mi buttai a capofitto nell'intera discografia della band in questione e piano piano comperai altri lavori eccelsi quali "Songs of Darkness, Words of Light" e "The Dreadful Hours" e altri album che, pur non essendo ottimi, si rivelarono interessanti grazie alle sperimentazioni oppure al sound più differente ("34.788... Complete" e "The Light at the End of the World").
E poi c'è questo "Like Gods of the Sun".
Un album dalla copertina oscura e quasi enigmatica ma che oltre a quello non ha proprio una benemerita cippa da dire. Certo non me lo aspettavo quando lo misi nel lettore cd, tutto soddisfatto del mio nuovo acquisto. Ad un primo impatto mi lasciai stregare dai riffs tenebrosi della title track e mi lasciai trasportare dalla voce struggente di Aaron, che tuttavia dopo pochi minuti si rivelò eccessivamente lamentosa e quasi irritante per una certa malinconia che trovai (e trovo tuttora) tanto forzata quanto fastidiosa. Pensai immediatamente ad una scusa: magari era solo la mia prima impressione, si sa, alcuni album necessitano di più ascolti per essere compresi appieno, o forse era giusto la prima canzone a difettare un poco, ma procedendo con l'ascolto dovetti ammettere mio malgrado di essere di fronte ad uno dei peggiori capitoli del doom metal. Vediamo di analizzare nel dettaglio:
Principalmente l'album è composto di nove tracce, con una media di 5/6 minuti ciascuna. Le canzoni che meritano veramente sono solo tre, più precisamente "A Kiss to Remember", particolarmente intrigante per i suoi angoscianti giri di chitarra, "For You" con il suo incedere a volte incalzante, a volte dal dolce e raffinato sapore gotico (reso possibile grazie alla presenza di Martin Powell al violino e alle tastiere), e infine la meravigliosa "For My Fallen Angel", un brano indimenticabile che in un album come questo è solo un pesce fuor d'acqua; in questa canzone strappalacrime e tristemente romantica solo le tastiere e il violino affiancano la voce quasi recitata di Aaron, il quale si dimostra sicuramente apprezzabile e mai troppo pesante.
Perfetto. Ma il resto?
Scordatevi il coinvolgimento emotivo (apparte l'impellente necessità di correre al cesso, s'intende) e i brividi di emozione, scordatevi la violenza del growl di Aaron, che qui è totalmente assente, scordatevi un qualsivoglia cambiamento di tono tra una canzone e l'altra, scordatevi pure di riuscire a rimanere svegli almeno per finire l'album (in tal caso vi perdereste la sopracitata "For My Fallen Angel" che i My Dying Bride hanno appunto messo STRATEGICAMENTE in fondo alla tracklist) e, signore e signori, benvenuti nel mondo di "Like Gods of the Sun", dove i sonniferi e i lassativi non esistono, tantomeno non servono.
Le due chitarre suonano peggio di un tagliaerba inceppato e sembrano suonate da un monco tanto sono monocordi (ve lo ricordate il CHUGGA CHUGGA dei Dimmu Borgir? Ecco, come quello ma mooolto più lento); certamente evocano strazianti incubi, peccato che l'oggetto dell'incubo sia l'album stesso.
Le tastiere sono posizionate a random, ovverosia giusto-per-metterle-lì-e-là, causando non poche volte un pizzico di disappunto nell'ascoltatore, mentre il violino non regala più le stesse indescrivibili emozioni di brani come "Your Shameful Heaven", "From Darkest Skies" o "The Snow in my Hand" in quanto si limita a strimpellare ininterrottamente melodie senza capo nè coda (vedasi in particolare "All Swept Away"), prive di impegno e scaraventate superficialmente nella canzone quasi come se i My Dying Bride stessi avessero detto 'Cià, adesso mettiamo quattro minuti di violino, così facciamo vedere a tutti che siamo più gotici...'.
Aaron, come già detto prima, sembra volersi sforzare di essere tanto triste ed espressivo (vedasi in particolare "Grace Unhearing"), finendo col diventare una caricatura di sè stesso con una voce talmente smielodrammatica (neologismo improvvisato) da sembrare quella di un tricheco con la tracheotomia e un elettroencefalogramma nell'intestino.
Ma tutto ciò non basta perchè, volendo trovare anche il pelo nell'uovo, pure i testi sono orribili. Avete presente il solito cliché della poesia gotica? Ecco, le lyrics dei MDB in questo album non fanno altro che dire qualcosa come:
"Ooohh sto cadendo sto morendo qualcuno mi aiuti le mie lacrime sono nere la mia anima è triste e dannata la morte mi abbraccia la notte è eterna / Ooohh io ti amo tu non mi ami io ti dò la mia mano perchè tu non la prendi (.. cazzo!) sei un angelo nero cattivo voglio solo un bacio baciami baciami baciamiiiiiiiii daiiiiiii"
Ok, posso concludere qui. Il voto non penso che vi interessi (si sarebbe comunque aggirato intorno all'1 o 2). Album da evitare come la morte.
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