Si avvicina l'inverno. Freddo
Si avvicina la sera. Paura
Si avvicina il ricordo. Ipocrisia
Si avvicina l'amico. Conforto
Si avvicina il suono. Analgesico
E' un periodo molto strano questo che stiamo passando... Da una parte la crisi partita dall'America e che ora è arrivata senza neanche essere annunciata, nelle nostre case. Ci dicono va tutto bene, ma non è vero. In realtà è questo quello che vogliono da noi, farci credere quello che non siamo, quello che vorremmo essere, senza farci sapere che intanto stiamo sprofondando nell'abisso più desolato e oscuro di tutta la nostra vita, la morte.
La cornice malinconica di tutto questo è l'inverno. Le giornate si accorciano, la pioggia ostruisce le strade, uccide le persone. La neve è un'arma a doppio taglio, bianca e luccicante al di fuori, triste e depressa dentro.
E' inutile negare che in questi momenti siamo sopraffati dalla solitudine, che ci accoglie nella sua spirale maligna e tenebrosa e ci fa cadere in uno stato di semisonnolenza al quale non troveremo più risveglio.
In questo modo ci dimenticheremo tutti i ricordi del passato, tutti i momenti brutti che abbiamo passati, derisi dagli altri, isolati dagli amici, senza nessuno che ti proteggessse e ti desse il suo cuore come protezione, come arma per sconfiggere il male, il dolore.
Ma nello stesso tempo non avremmo neanche più la possibilità di mostrare agli altri quello che proviamo, confidare i nostri sentimenti a qualcuno o semplicemente su un fottuto foglio di carta! La parte ribelle di noi stessi sarebbe definitivamente racchiusa all'interno di una placenta di ipocrisia e cinismo, di sconforto e disappunto.
Voi preferite questa strada?? Bè io no e cercherò di difendermi in qualche modo, uno di questi può essere la musica, sì quella che ci ha accompagnato in macchina, in camera nostra, prima di un esame, prima di un incontro, prima di una notte buia e fredda.
In questa sede analizzerò questo album dei My Dying Bride, ma è solo uno dei pochi cd che veramente mi emozionano ancora, ma soprattutto mi aprono gli occhi e mi fanno capire che non devo stare fermo, ma alzarmi e cazzo combattere!
7 canzoni.. quasi un'ora di poesia delirante... è abbastanza per riempire il mio animo di buoni propositi e liberarlo dalle preoccupazioni che racchiude. Passando tra autentiche perle, quali Cry of Mankind o Black Voyage o anche Your Shameful Heaven, si arriva al termine del disco con qualcosa di nuovo.
Queste atmosfere gotiche, spettrali, lugubri, vertiginose e quella voce calda, suadente, terrificante, quelle chitarre elettrizanti, malinconiche, quelle tastiere teatrali, logoranti... E' in quei momenti, sebbene sia solamente un'inutile canzone di un'inutile cd, di un'inutile band' d un'inutile posto disperso nel mondo, che capisci cosa è la morte e come può essere vicina a te, può rapirti in qualunque momento.
Ed è allora che capisci che non è quello che vuoi, preferisci vivere, attenagliato dai rimorsi, ma in vita, non in una bara spenta, gelida e soprattutto soffocante.
Il sangue smette di scorrere nelle vene, il cuore smette di pulsare, il cervello smette di pensare, gli occhi smettono di muoversi increduli in questo spazio nuovo che li circonda, tu sei lì, in mezzo ad un posto deserto, nel più inconscio dei tuoi sogni, nel più tetro dei tuoi incubi a pensare cosa sarebbe successo se non fosse successo quello che è successo, cosa avresti potuto fare in quel momento, chi avresti potuto salvare per un istante.
Con tutto il rispetto e l'umiltà del mondo auguro a Malaika ogni bene e di trovare quel mondo che mai avrebbe desiderato di incontrare ma che la vita le ha messo di fronte senza avvisarla, senza darle un ultimo bacio, senza rivolgerle un ultimo sguardo.
Ti Ricorderemo per Sempre!
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