Una cosa è certa: i My Dying Bride non hanno scordato le loro origini. Lo si capisce anche solo osservando la tracklist di questo live uscito nel 2002, le dieci canzoni presenti coprono l'intera carriera della band inglese toccando ogni suo album, eccezione fatta per "As The Flowers Withers".
Il concerto si apre con "She Is The Dark", un pezzo tra i più riusciti e dal sicuro impatto, un'alchimia sonora in cui la melodia sofferta sfocia nel dirompente ritornello: muro di suoni, cori in sottofondo e growling del singer. Si prosegue con la lenta e tortuosa "Turn Loose The Swans", direttamente dall'omonimo album, invero il più rappresentato in scaletta, di cui si propone anche "The Snow In My Hand" e l'immensa "Your River", dalla fresca natura gotica. Come terzo brano i My Dying Bride puntano su un altro classico, o meglio, IL classico, "The Cry Of Mankind", "Il pianto dell'umanità", epico ed immortale.
Aaron si rivela un cantante all'altezza del suo nome, non facendosi scrupolo nel passare da un registro vocale pulito ed espressivo, come nella delicata "A Kiss To Remember", ad un altro feroce e tipicamente Death, vedasi "A Fever Sea", aspra e violenta. Meritevoli inoltre di essere menzionate anche " A Cruel Taste Of Winter", tratta dal recente "The Dreadful Hours", e "Under Your Wings And Into Your Arms", che si appoggia interamente su un massiccio e coinvolgente Heavy Metal, lasciando un poco da parte le tenebre a favore di un maggiore effetto scenico.
Il discorso potrebbe chiudersi qui, se non fosse che i My Dying Bride decidono di inoltrarsi ancora più a fondo, intonando nientemeno che "Symphonaire Infernus Et Spera Empyrium". Questo brano dal titolo impronunciabile e dalla durata non indifferente altro non è che l'esordio del gruppo avvenuto nel '91; in altre parole un autentico manifesto di duro e puro Doom eseguito a distanza di anni in maniera altamente evocativa.
In fin dei conti "The Voice Of The Wretched" non è soltanto una (ottima) prestazione live, è la testimonianza di una band che ancora oggi, con coraggio e perseveranza, continua a proporre la musica che li ha resi unici, senza mai fossilizzarsi e soprattutto senza mai scendere a compromessi commerciali.
Questo è tutto, lunga vita alla Sposa Morente.
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