Il caos che ci ristagna attorno. Lo scrosciante e convulso mondo metropolitano ci avviluppa e ci schiaccia.
I My Fictions sono una band del Massachussetts, USA. La loro musica hardcore è penetrante e drammatica, focalizzata sulle emozioni che la violenza delle canzoni emana. Il loro esordio "Stranger Songs" (su etichetta Topshelf Records) è una bomba divisa in dieci brani. Un'esplosione lunga ventotto minuti.
La partenza è tossica e fumosa. "Mt. Misery" mette subito in chiaro che i My Fictions non scherzano. Chitarre, basso e batteria spazzano via tutto trascinandoci nel vortice di un buco nero senza fine. Because when you’re feeling low, you’ll do anything to feel less alone. Frenetica e velocissima, "Postcards" è una delle tracce migliori. Suoni malati e distruttivi avvolti da una melodia destabilizzante ed emozionante. Tutt'altro che novellini e ragazzini ancora inesperti, i My Fictions sparano subito la loro cartuccia migliore mettendo in mostra tutta la loro bravura. It just blooms and bursts, it just blooms and burns – nothing stays, and it hurts.
I quattro ragazzi provenienti dalla Merrimack Valley, sul confine tra Massachussetts e New Hampshire, ci sanno fare eccome e lo dimostrano subito in questo loro primo album dove la splendida, oscura melodia si abbina perfettamente ai testi cupi e personalissimi. Come in "Lower (A Selfish Song)" in cui le urla crescono disperate e la musica è una nebbia fitta impenetrabile e pesante come un masso. I lost sight. I pay the price. I’m a dying dog on his way to the shed. Staring into the sky, don’t give a fuck what’s next. I don’t care. I can’t see it.
Scritto e registrato durante lo scorso anno, il disco di debutto dei My Fictions suona già come un piccolo grande classico della scena screamo: reminiscenze di Converge, American Nightmare e dei più recenti Loma Prieta e Birds In Row danno all'album la spinta giusta per salire in alto nella lista delle migliori uscite hardcore di quest'anno. Nulla è di troppo, nulla collide. Le dieci tracce si intersecano l'una all'altra senza sbavature, senza segni di cedimento. E se nella traccia centrale "Concern" si tira il fiato per un paio di minuti, ecco che l'estrema urgenza e la melodia spaccamascelle di "Wake Anxious" investe e assale. Un risveglio ansioso, come suggerisce il titolo. Un risveglio che butta fuori rabbia e dolore, che si sfoga e si abbatte su di noi irruento e sanguinoso.
La lezione dei Converge viene assorbita ed ereditata dai My Fictions nella breve e brutale "Stubborn", con un drumming letale che spezza le vertebre e manda in apnea. Amarezza e apatia traspaiono violente nella strabiliante traccia finale, "Stranger". Una canzone lenta, che divora dall'interno e lascia senza forze. Because I could never stay in this place, I’m too attached to leaving someday and looking back just to remember what it’s like to have something. Una canzone sul lasciarsi il passato alle spalle, sulla sofferenza nel voltare pagina e lasciare il posto a cui appartieni per affrontare una nuova vita, un nuovo mondo.
Il caos ci ristagna attorno. Lo scrosciante e convulso mondo metropolitano ci avviluppa e ci schiaccia. Ma con questi sconvolgenti ventotto minuti di musica, possiamo affrontare la cruda realtà sentendoci meno soli, meno persi. I My Fictions dipingono con il loro album d'esordio la tela dai toni grigi e marci della gioventù di oggi, oppressa e senza speranza alcuna. "Stranger Songs" è una piccola pietra preziosa che brilla di pece nera e di lacrime salate, ma che sorprende inaspettatamente e lascia senza parole. Una pietra preziosa nata dal magma e dalla cenere. Un esordio davvero entusiasmante.
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