L'anamorfosi per eccellenza del millennio passato.
Questa è sicuramente la frase più azzeccata per descrivere il quarto album della signora Mylène Farmer, che nel lontano 1995 stampa uno dei suoi gioielli più particolari della sua carriera: "Anamorphosée".
La Farmer torna sulle scene dopo quattro anni dal suo pluripremiato "L'autre… " con cui ha collezionato le sue più grandi soddisfazioni (Désenchantée, Je t'aime mélancolie, Regrets) e si è appropriata del nomignolo di regina indiscussa della musica pop francese di tutti i tempi. Ma ad ogni salita segue una discesa… Infatti, dopo il momento di gloria, Mylène deve far fronte ad alcuni problemi personali (la morte del receptionniste della Polydor ucciso da un fan squilibrato che voleva incontrare la cantante, il flop di "Giorgino", il primo film del suo storico collaboratore Laurent Boutonnat deluso dall'interpretazione che Mylène ha fatto nel suo film…) che la spingeranno a rifugiarsi in California. Qui, raggiunta pochi mesi dopo da Boutonnat, si metterà al lavoro sul disco che segnerà il grande ritorno nella scena musicale francese. E l'anamorfosi si completa definitivamente nel Settembre 1995.
Cos'è cambiato dalla Mylène di una volta: praticamente tutto! Un look seducente e selvaggio, un sound più rock e aggressivo, una nuova filosofia di vita, ma cosa più importante, una nuova generazione di fans che prenderanno il posto dei fans vecchi che non hanno accettato questa anamorfosi. Anticipato dal singolo "XXL", "Anamorphosée" esce nel Ottobre del 1995, classificandosi direttamente alla numero 2 della chart francese (e l'anno dopo si guadagnerà anche il primo posto).
Le sorprese sono tante: il disco si apre con "California" la traccia che presenta il viaggio intrapreso dalla Farmer in America dove avverrà pian piano il suo cambiamento. "Vertige" presenta il sound rock utilizzato dal maestro Boutonnat, e il testo spiega la nuova filosofia di Mylène: una mentalità più aperta nonostante i fantasmi del passato siano sempre presenti. In "Mylène s'en fout… " racconta dell'allontanamento improvviso di Boutonnat a causa del suo flop cinematografico. "L'instant X" è il tormentone della tracklist, col suo "Papa Noël quand tu descendras du ciel… " che tutti ricordano. "Eaunanisme", nonostante la dolce melodia esotica, racchiude un testo che a primo ascolto potrà sembrare erotico ("… Metti l'ancora in me… là dove la tua mano mi tocca… e cola questa schiuma dalla mia bocca") ma in realtà ha un significato più profondo, ovvero il rapporto che Mylène ha con gli elementi della natura (in questo caso con l'acqua). In "Et tournoie… " Mylène mostra al suo pubblico i suoi due lati, quello che trasmette sul palco e quello più privato e misterioso.
"XXL" è il singolo di lancio dai suoni hard rock ma con un sottofondo di pop, in cui la Farmer descrive il mondo delle donne (con i suoi pro e i suoi contro). "Rêver" è uno dei simboli della carriera della cantante, che ripropone in ogni suo tour per il suo testo che invita alla tolleranza. "Alice" è la canzone più particolare dell'intero album, con un testo macabro e un sound ricercato. Con "Comme j'ai mal" Mylène ritorna al pessimismo, ricordando alcuni suoi successi come "Beyond my control" o "Tristana". In questa traccia che diventerà quarto singolo, il testo trasmette un unico sentimento: la voglia di suicidarsi. In "Tomber 7 fois… ", una traccia soft-rock, Mylène viene aiutata dal coro del liceo francese di Los Angeles, che canta per l'intero ritornello. Sarà la prima volta che Mylène inseria delle voci infantili in una sua canzone (e lo farà in futuro con "Dessine-moi un mouton", "L'amour naissant", "Fuck them all", "Peut-être toi… "). E alla fine c'è "Laisse le vent emporter tout", una dolce ballad acustica riproposta nella stessa maniera nel tour del '97.
Questa è la principale anamorfosi della cantante, con la quale la Farmer è riuscita ad avvicinarsi ad un ambiente musicale più accettabile da parte dei giovani (a differenza di precedenti album dove avevamo una Mylène più macabra e tetra). Nonostante il nuovo sound e il nuovo look, Mylène conserva sempre ciò che ha fatto di lei un icona della musica francese: il mistero, dal quale non si è mai ritirata.
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