Devo molto a Laurent Boutonnat e a Mylène Farmer, e si deve un posto nella storia della musica a prescindere dal gradimento di chi scrive nei confronti dei due artisti francesi.

Laurent Boutonnat arriva alle produzioni oggetto di questa recensione in maniera trasversale. Egli nasce artisticamente come regista; gira il suo primo film da adolescente e pian piano si avvicina al mondo dei videoclip musicali.
Ha una visione chiara di ciò che vuole trasmettere al pubblico, e utilizza come fonte d'ispirazione i dipinti di Géricault, la guerra dei sette anni, la filosofia di Freud, il diciottesimo secolo di barbarie e scontri. Sovrappone la sua provocazione ai riferimenti storici girando veri e propri cortometraggi che gli valgono riconoscimenti importanti in ambito registico.

Ed ecco che arriva Mylène Farmer. Voce dinamica, profonda, acuta all'occorrenza, una sirena. È una studentessa di recitazione; anche lei viene da quel mondo lì, ma ben presto i due incanalano le energie nella scrittura di testi e musica.

Esce fuori tutta la sensualità della proposta; da una parte lo stile tipico Boutonnat, ovvero, arrangiamenti ricchi nei quali non si arriva mai a storpiare. Chitarre acustiche leggere, synth, ritmi ossessivi ma anche archi ad impreziosire le atmosfere drammatiche di Beyond My Control, Innamoramento, Je Te Rends Ton Amour.

Sangue e sesso, tradimenti e amore incondizionato, l'incesto. I due trattano e forgiano temi che fanno discutere e che sono intrecciati tra loro in modo da creare delle storie di vite al limite adagiate su atmosfere tetre e teatrali.

È un sodalizio che tra alti e bassi consente a Laurent Boutonnat e a Mylène Farmer di pubblicare diverse preziose opere pop. A parere del recensore sono tre gli episodi più importanti:
L'Autre... del 1991, Anamorphosée del 1995 e Innamoramento del 1999.
Dischi figli del loro tempo e, ovviamente, dei contesti di vita di chi li ha concepiti.

Sono degli anni particolari gli anni novanta del duo, che per una brutta esperienza in termini di critica e credibilità (il film Giorgino) rischiano una rottura. Si ritrovano in America, per una serie di vicende personali, e l'alchimia ritrovata dona loro -e alla nutrita schiera di estimatori- l'ennesimo passionale episodio. California.

Si affida il videoclip ad Abel Ferrara (Bad Lieutenant e Snake Eyes sono degli esempi ideali dello stile crudo e metropolitano del regista) con co-protagonista Giancarlo Esposito. Suoni dilatati in pieno stile trip hop con quella batteria caratteristica e quelle note di piano timide ad introdurre l'aria offuscata di Los Angeles.

A livello internazionale, è il lavoro svolto dai due per l'album di debutto di Alizée a conquistare le radio. Il suono della hit Moi... Lolita e delle altre tracce presenti su Gourmandises è reminiscente del loro tipico stile. Gourmandises è morbido grazie alla classicità delle chitarre e fresco per gli elementi dance che impreziosiscono l'opera. Viene citato come ispirazione William Orbit per il lavoro svolto in Ray Of Light di Madonna.

Il Best Of offre il meglio della lunga collaborazione tra i due artisti più le inedite C'est Une Belle Journée (simile a Moi... Lolita in alcuni frangenti ma con un testo più tetro in cui si accenna al suicidio), Pardonne Moi e Les Mots (un duetto con il cantante Seal).

Nel caso in cui ci si voglia immergere in questo crudo e zuccherato mondo, questa è la giusta introduzione.

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