Con “Curve Of The Earth” i Mystery Jets avevano messo a segno un colpo di coda sensazionale, confezionando il loro album più avventuroso sino ad oggi.
Poteva sembrare il picco di un’ottima carriera, iniziata come cocchi dell’NME (gli ennesimi) a metà anni duemila; e invece i cinque londinesi sorprendono ancora con questo nuovo “A Billion Heartbeats”, co-prodotto dalla stessa band assieme a Matthew Twaites degli Electric Soft Parade (confermato dal precedente episodio in studio).
Eppure questo nuovo lavoro non è nato sotto una buona stella: prima un intervento d’urgenza per un’infezione occorsa al frontman Blaine Harrison, poi l’emergenza Covid-19 sembravano aver azzoppato definitivamente l’uscita del progetto, che da fine 2019 è stato finalmente pubblicato il 3 aprile 2020. E per fortuna.
“A Billion Heartbeats” è un disco strepitoso. Sposta poco rispetto a quanto fatto ultimamente dai Mystery Jets, aggiungendo giusto qua e là un inedito gusto per chitarre ben più grezze e decise del solito, come nel dittico di apertura “Screwdriver” / “Petty Drone” e nel finale del fondamentale singolo “Hospital Radio”, devastante spaccato di vita proposto dal punto di vista di un paziente ricoverato in ospedale.
L’ispirazione e la scrittura stavolta non calano mai, permettendo ai ragazzi di confezionare un album ispirato da cima a fondo, infarcito di belle melodie, testi azzeccati e ritornelli da mandare a memoria dopo mezzo ascolto: su tutte la battente “History Has Its Eyes On You”, la keaniana “Cenotaph” ed il capolavoro “Campfire Song”, oltre al crescendo irresistibile della conclusiva “Wrong Side Of The Tracks”. A livello lirico, i temi trattati sono di invitante attualità (NHS, estremismi, la morte di Scott Hutchison), andando a completare un quadro davvero perfetto.
I Mystery Jets si confermano e puntano a distinguersi in un panorama di genere sempre più saturo e indistinguibile.
Brano migliore: Campfire Song
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