Siamo in Olanda nel 1983, quattro ragazzi di Emmen, probabilmente attratti dal nome di uno dei pedali distorsori peggiori per chitarra (il Mysto Dysto della Loco Box) esistenti sul mercato, fondano la loro band. Questi quattro ragazzi (Peter Meijering alla voce, Luit De Jong che probabilmente alternava la chitarra ed il basso con Marcel Verdurmen e alle pelli Claus Van Der Berg) cambieranno in seguito nome divenendo uno dei gruppi Old School Thrash ppiù ara culi dei bei tempi che furono: i Mandator. Non a caso due tracce dell'album che sto per recensire saranno presenti sul primo album dei Mandator, "Initial Velocity". Dopo aver prodotto un primo demo nel 1984, tornano due anni dopo nell'anno di grazia 1986 con il loro primo e ultimo full lenght: "The Rules Have Been Disturbed".

L'album uscito in piena era Thrash non presenta chissà quali innovazioni, si tratta infatti di un buon Speed/Thrash vecchia maniera a tratti suonato a considerevole velocità con un occhio anche per i motivi epici e per i ritornelli da gridare a squarciagola. Nonostante l'originalità non sia certamente una virtù di questo lavoro, non si può dire altrettanto della foga e dell'energia che quest'opera imprime riuscendo ad entusiasmare in certi pezzi grazie a riffs davvero stucchevoli e catchy con tanto dei soliti solo di chitarra schizzati e velocissimi (come da tradizione) supportati dalla chitarra ritmica a tratti in stop 'n' go.

 I nostri ci riservano anche qualche sorpresina, da notare infatti nella parte centrale dell'opener "The Power of The Law", pezzo con un riff iniziale fra i più belli del disco, il growl di Meijering davvero spiazzante per il contesto in cui si trova. La seconda traccia, "Confused", attacca una dolce melodia con il basso seguito pochissimi istanti dopo dalla chitarra e dal cantante. Man mano che passano i minuti le chitarre si appesantiscono alternando parti lente a parti davvero veloci, il tutto in un clima davvero epico. La seguente "Tarantula" è invece un semplice ed immediato Speed/Thrash dove nel ritornello viene ripetuto il titolo a più non posso. Si susseguono più o meno sulla stessa onda "Attila The Destructor", "Indenter" e "One Night Stand". Al di sopra della media appare invece la quinta traccia, "Full Speed To Hell", che mantenendo la parola si presenta come un pezzo davvero entusiasmante nonostante la lunga durata grazie ai cambi di tempo e alle parti vocali di Peter. Conclude infine l'album "Visit Of The Vikings", supportata da un discreto mid-tempo.

Insomma, non è certamente un album d'avere a tutti i costi se non siete davvero appassionati del genere. Rimane comunque un godibilissimo lavoro di quegli anni Ottanta che amiamo tanto e di cui questi ragazzi hanno ritagliato un pezzo per loro grazie alle future intuizioni dei Mandator. 3,5 arrotondato per simpatia.


ENTUSIASMANTE.

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