Naam, "nome" in sanscrito. Con questo bizzarro monicker questi 4 statunitensi capeggiati dal buon Ryan Lugar entrano nel panorama doom metal con questo primo full lenght omonimo. Una band da non sottovalutare, nonostante faccia parte della nutritissima schiera dei gruppi stoner doom semi-settantiani, perché sotto tali spoglie i Naam nascondono buone carte che aspettano solo di essere giocate, quindi preparate i filtri, pulite il bong e seguitemi!

Il disco parte con un piccolo sample atmosferico, sostituito poi da degli accordi rimbombanti, segno della partenza di "Kingdom", prima canzone del disco, che poi parte con un tradizionale riff doom acido e potente, contornato da un basso potente, da delle belle tessiture di tastiere e sitar nella prima metà della canzone, e dalla bellissima voce dei 2 cantanti, perché Lugar viene anche affiancato alla voce dal bassista John Bundy, dando vita a piccoli coretti piazzati in posizioni strategiche nelle canzoni, inclusa questa. Questo si protrae per tutta la durata del ciclopico brano, ben 16 minuti, passando da momenti di calma pura a parti in cui viene ripetuto il nome della canzone, con voce monotona e sotto ritmi cadenzati, e il tutto finisce sfumando in atmosfere orientali e acide.

Poi si passa a "Stone Tomb", praticamente 2 minuti di percussioni di stampo orientale, che ci porta a 2 pezzi classicheggianti e a tratti tirati, "Skyling Slip" e "Fever if Fire".

Sopraggiunge quindi Tidal Barrens: 4 minuti di atmosfere allucinogene sorrette alla perfezione da un arpeggio di basso melodico, una tastiera acida ma allo stesso tempo sognante, batteria quasi assente se non in qualche sprazzo e una voce melodica, delicata e allo stesso tempo potente. Questo pezzo è talmente sognante e calmo che potresti metterla come ninna nanna ad un bebè!

Un piccolo arpeggio di chitarra ci avvisa dell' arrivo di "Icy Row", un pezzo potente e orientaleggiante allo stesso tempo, che dapprima si assesta su ritmi rockeggianti, per poi avanzare su velocità più sostenute, per poi rallentare e riaccelerare in un sali-scendi acido ma per niente fastidioso, anzi!

Dopo "Westered Wash", una bellissima composizione di tastiera e strumenti mediorientali, si passa a "Frosted Tread", senz'altro la canzone più "classica" del disco, che con i suoi 9 minuti di durata ci trasporta per deserti infiniti grazie a dei riff settantianissimi e macignosi ma anche melodici, e soprattutto a delle vocals sognanti, in questo pezzo affiancate anche da una voce femminile, verso gli ultimi minuti del brano.

Un minuto di tastiere "ventose", "Windy Gates" (appunto), ci fa volare verso l'ultimo brano del disco "Black Ice", il pezzo più potente e bizzarro del disco. In 7 minuti questo macigno tira insieme atmosfere allucinogene, chitarre pesanti, un basso roboante, e soprattutto scopre un asso della manica della band che viene buttato giù verso la metà del brano...qualcosa che nessuno si aspetterebbe mai da un disco Doom Metal........un blast beat......UN BLAST BEAT. IN UN PEZZO DOOM! OK!! Il tutto alternato a un riffing che verso la fine diventa pesantissimo, e soprattutto delle vocals malate e quasi urlate che però restano sempre e comunque pulite (non come gli Electric Wizard, con Jus Oborn che verso la fine di Funeralopolis sfiora quasi lo scream), e il tutto poi si conclude con degli echi allucinogeni all' inverosimile che sfumano, e sfumano, e sfumano, verso la fine del brano, e anche del disco.

Cosa dire quindi di "Naam"? Diciamo che non è un disco per tutti, soprattutto per chi raramente sopporta dischi con certe atmosfere, soprattutto questo che è forse uno degli esempi di Stoner Doom più puri e "imbevuti", nel senso che punta molto sulle atmosfere, data anche dai vari skit presenti nel disco, ben 3 (che sembrano pochi, ma messi insieme formano una durata di ben 6 minuti). Se siete dei fan sfegatati dello Stoner più peso, potente e acido però, ve lo consiglio assolutamente, è un disco potente, acido e soprattutto imbevuto di atmosfere orientali e desertiche dall'inizio fino alla fine. Alla fine di questo disco sentirete caldo, tanto caldo....troppo caldo...anzi....se durante l'ascolto vi sentite bagnati, non state sudando voi....stanno sudando le casse!

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