Guardo per caso il video di “Una chitarra e un'armonica” e mi arriva la classica botta da coglione nostalgico.
“Era stato tutto un sogno, che malinconia” dice Nada.
Ah lo so cara fanciulla, si rimane sempre con un pugno di mosche. Ma non è questo è il punto.
Poi ecco la nuova dolce illusione del ragazzo con chitarra sotto casa e quasi ti viene in mente Bonnie Parker quando dalla finestra vede Clyde per la prima volta. Ma nemmeno questo è il punto.
Il punto è che certe immagini sanno davvero di imprinting. E che facce gesti pettinature trucco vestiti atmosfera ti rimandano in un attimo al te stesso di allora.
Nada sembra tua sorella, tua cugina, la tua vicina di casa e il bianco e nero ti incastra in una vecchia foto che, chissà come, è riuscita a rubarti un sorriso.
E poi c'è quella canzone che ancora oggi insiste nell'appicicartisi addosso. Fa niente se non è un granchè, fa niente se è di grana grossa. Tanto sono di grana grossa anch'io.
Certo allora non ero toccato da quelle piccole ombre del testo e oggi invece si. Sarà che col tempo la malinconia e l'illusione sono diventate la mia sola forma di professionismo, al punto che un velo di tristezza affiora anche ascoltando una canzone che triste non è.
Ma è anche vero che grazie al “varavan blen blen” del ritornello quella stessa tristezza si addolcisce e diventa quasi qualcosa di bello.
Così il ragazzino e l'adulto si incontrano a metà strada e alla fine quello che conta è solo la freschezza della piccola Nada dentro il suo buffo abito da sera.
E allora, dolce meravigliosa ingenuità, come non cantare “lui vagabondo come me” “il cuore è uno zingaro e va” o “cos'è la vita senza l'amore”? Come?
Ah carissima Nada, oggi sei una vecchia fanciulla col sigaro e quasi una novella PJ. Ma per me sei sempre la stessa di allora. Che poi si capiva benissimo che eri diversa e che ti saresti ben presto liberata del canzonettume.
Ma sai com'è, a volte l'attimo appena prima di essere liberi è meglio di quando si è liberi davvero.
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