Quando un uomo fa scoperte musicali guardando fiction rai, anziché utilizzando canali collaudati fin dalla gioventù o ficcanasando su siti molto cool di musica alternativa o sull’ iper fichissimo de baser, probabilmente qualche domanda dovrebbe iniziare a farsela e magari darsi anche qualche risposta. Ma le riflessioni esistenziali che mi toccherebbero le rinvio senza vergogna al futuro, in questo periodo sono troppo pigro, per ora prendo quello che viene senza farmi troppe domande.
Questo autunno, nel guardare una di queste fiction, mi è capitato di trovare particolarmente bello il pezzo utilizzato come sigla. “One Way Lie”, pezzo facile facile che per qualche motivo mi ha fatto provare un po’ di quel vuoto allo stomaco che ogni appassionato di musica conosce bene e di cui è perennemente alla ricerca.
Indagando mi sono imbattuto in una musicista australiana, nome d’arte Nadeah, dalla voce bella calda, attiva artisticamente in Inghilterra e in Francia, con sulle spalle un percorso artistico già lunghetto: militanze nelle band “LoveGods” e “Nouvelle Vaguee” e poi avventura solista.
“One Way Lie” pare sia inedito per ora, nelle mia breve indagine su questa musicista ho però scovato questo LP a suo nome e al suo interno ci ho trovato musica abbastanza diversa dall’idea che mi ero fatto ascoltando il brano citato, ma che si è rivelata comunque una bella sorpresa. Dovendo menzionare un genere per dare un’indicazione di massima, probabilmente dovrei dire pop, e lo direi basandomi più che altro sull’ accessibilità ed immediatezza dei pezzi e sulla loro durata “radiofonica”. A darmi ragione c’ è anche l’importanza della melodia nell’economia della proposta musicale, si tratta fortunatamente di melodie caratterizzate da una certa originalità. La musica invece è il risultato di un mix di ingredienti abbastanza lontani dal pop da classifica: folk, honky tonk e jazz soprattutto. Spesso questi ingredienti vengono miscelati per creare un’atmosfera retrò particolarmente piacevole (Es:'At the Moment', 'Odile').
A volte viene fuori un po’ dell' attitudine rock della musicista, soprattutto nel piglio con cui vengono eseguiti alcuni pezzi e nell’essenzialità del loro arrangiamento (es. 'Scary Carol'). Altre volte ci si trova davanti a pezzi eseguiti alla maniera delle cantautrici confessionali con voce accompagnata quasi esclusivamente da un solo strumento (piano, chitarra). Le fonti di ispirazione che Nadeah cita sulla sua pagina fb sono tante e disparate, quella forse più evidente in questo disco, per quel poco che ho ascoltato io, è Rickie Lee Jones. Per ora pare una bella scoperta, a vugruma.
Carico i commenti... con calma