Un gran bel disco, musicale e politico, maturo e coinvolgente.
La cantautrice pakistano-norvegese rimane su coordinate alternative rock, ma spinge molto sul significato sociale delle sue canzoni, mettendo a fuoco temi importanti, dall'emigrazione forzata alle derive fascistoidi che, in modo sempre più preoccupante, lasciano indifferenti politici e gente comune.
La musica, quantomai affascinante, spazia dall'indie-rock arricchito da echi new wave a intense ballate impreziosite sfumature elettroniche.
Ci si può sentire una PJ Harvey purificata dalla ruvidezza blues così come qualche rimando a certo rock intellettuale anni '80, un po' come dei Talking Heads appena meno etnici.
Tutti i pezzi sono costruiti ed arrangiati con cura, c'è sempre ottima musica ad accompagnare la sua voce evocativa, qua e la fanno capolino un sax o una chitarra alla Andy Summers.
Musica accessibile ed importante allo stesso tempo, strutturata senza forzature, melodica ma sempre molto profonda.

Coinvolgente e stimolante. Caldeggiato

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