Nando Lauria è un chitarrista, nonché ottimo cantante, nato a Recife, Brasile nel 1960.Ma Lauria è anche uno dei tanti "sottovalutati" del panorama musicale mondiale. Perché? Perché un disco come "Points of View" meriterebbe una approvazione ben più vasta rispetto a quella che di fatto ha avuto. Ma forse è per questo che si dice la bellezza è rara, ma così rara da essere a volte inconoscibile.

"Points of View" è un album del 1994, prodotto dall'etichetta "Narada", ma elemento più sorprendente è che questo è il primo lavoro da leader dell'artista, tuttavia appare essere almeno il quinto. E' infatti incredibile come nel suo primo album Lauria riesca a dipingersi minuziosamente, in modo chiaro e distinto ma soprattutto in maniera decisamente professionale: la direzione dell'autore è pressoché perfetta ma allo stesso tempo non manca di originale personalità.

Quello di Nando Lauria è "Brazil jazz" (come suggerisce la copertina), una musica capace di raccontare la realtà e la tradizione del "novo Brazil" vissuto dall'artista sotto un profilo di immortale sentimentalismo, di bellezza, di nostalgia, tutti elementi che da sempre contraddistinguono la musica brasiliana. L'album è dunque omogeneo, compatto, sincero, determinato e soprattutto di qualità; tutto il disco è dominato dalla voce evocativa di Lauria che viaggia tracciando un percorso melodico sostenuto da orchestrazioni ed arrangiamenti molto curati, una scelta musicale e compositiva che il musicista adotterà senza mai risultare banale o\e monotono.

Passando ad una breve illustrazione traccia per traccia: "Back Home", il primo brano, apre il Cd descrivendo in maniera puntuale lo stile e l'intenzione musicale dell'autore, è un pezzo abbastanza energico ma con tratti melodici sempre molto appassionati. Da segnalare la suprema lirica di Brad Hatfield nel suo solo di sinth il quale comporta uno dei momenti più acuti dell'intero lavoro.

Nel secondo brano "After Dawn" entra in scena il tastierista Lyle Mays (nell'album in veste di pianista) e affianco al batterista Dan Gottlieb: i due non collaboravano dall'uscita di Gottlieb dal PMG (primi anni 80'). Il brano si apre con una notevole introduzione vocale di Lauria e il tema, molto romantico, lascia poi spazio a uno dei più bei soli da studio della carriera di Mays.

Segue "Take Two" da sound più fedelmente latino-americano rispetto ai primi due:non può mancare dunque un batterista "di casa" come Vanderelei Pereira e il fisarmonicista Cidinho Teixeira che caratterizza tutto il pezzo offrendoci anche un intervento d'alta scuola.

La traccia numero quattro, "If I Fell", è l'unica cover del disco (le altre sono tutte composizioni di Lauria), è firmata Lennon/McCartney entrambi componenti dei Beatles e fonte inesauribile di spunti musicali contaminati. La voce di Lauria è supportata dalle percussioni di Cafè da Silva riproponendo il tema a ritmo di samba sostenuto, tuttavia non mancano attimi di straordinaria contemplazione mossi dalla suggestiva fusione di arpeggi tra la chitarra di Lauria e il piano di Mays.

Successivamente "The Cry And The Smile" viaggia su una ritmica tipica del nord-est del Brasile (discendente dal "maracatu"), ottima l'intesa tra il basso di Matt Garrison e la precisione del batterista Pereira , si susseguono parti ritmiche irregolari che evidenziano ancor più l'esperienza dei musicisti. La voce di Lauria è spesso"seguita" e talvolta doppiata nella melodia, ma il tutto evoca comunque una assoluta libertà espressiva. Un pezzo di gran classe.

"Saudade(Longing)" significa nostalgia, sentimento quasi "sacro" ai brasiliani con la struttura armonica del brano che rievoca pienamente il sommo stato d'animo della terra sudamericana. Il brano è scorrevole, buono lo spazzolato di Gottlieb. Questo è inoltre l'unico brano composto da Lauria avente un testo, nelle altre composizioni difatti applica tecniche canore definibili in senso lato "corali" (medesima modalità di canto del polistrumentista Pedro Aznar all'interno del PMG, per intenderci).

"Que Xote(What a Rhythm)" conserva ancora una volta i ritmi tipici del Brasile. L'intro della chitarra acustica Ovation da vita ad un tempo che,se non fosse per il solo di flauto a 3\4 di pezzo sarebbe fin troppo fine a se stesso. Pecca forse di carenza di fantasia e di phatos nel contesto dell'intero lavoro ma non certo di qualità tecnica.

"Northeast Tide" regala un particolare momento di dialogo tra le chitarre di Nando Lauria (Ovation e Hirade) e il rullante di Vanderlei Pereira. Altrettanto interessante è l'intervento dei coro di background costituito da otto donne tra cui la moglie di Lauria (Carla).

"Episode: Prelude" costituisce un preludio a capella, appunto, del brano seguente: ne è enunciato il tema tramite una tecnica di sovraincisione vocale che permette al musicista di creare un momento corale davvero suggestivo.

"Episode" realizza la reincarnazione strumentale della traccia precedente. E' un brano molto lirico, arrangiato accuratamente e con un ottimo lavoro di keyboards. E' l'ultimo pezzo del disco ma si ricollega alle atmosfere, alle intenzioni e alla pienezza del primo: centra ben poco con il Brasile, troppa influenza nordamericana ma allo stesso tempo con un animo universale e di pura bellezza. Chiude l'album nello stesso modo in cui si è aperto. E' un ritorno a casa dopo un' intensa avventura musicale e culturale alla ricerca di sonorità mai lontane.

Concludendo, "Points of View" è un disco che ad ogni ascolto regala un'emozione differente, appare diverso, sempre imprevedibile, e questa è la magia che solo una matrice jazzistica del lavoro può far emergere. Buon ascolto.

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