Il mondo del Vaticano visto con gli occhi di un ateo. La ricerca del proprio io interiore. Un viaggio verso la consapevolezza dei propri limiti: ci sono molti modi per descrivere la trama dell'ultimo film di Nanni Moretti, "Habemus Papam", e alla fine tutti sono collegati fra di loro come un puzzle di sentimenti ed esperienze di vita.
"Morto un Papa, se ne fa un altro" è forse il modo di dire più famoso nel mondo: ed è proprio cosi che inizia la storia di Moretti, con la morte di un Papa e l'elezione di quello successivo, tutto corredato da suggestive scene di piazza S.Pietro gremita dalla folla di fedeli in attesa, dai mass-media alla ricerca del particolare più piccolo da comunicare in esclusiva e dall'ansia e dall'angoscia dei vescovi riuniti nel Conclave dentro la Cappella Sistina (completamente ricostruita a Cinecittà, cosi come anche la facciata della Basilica di S.Pietro, ma la perfezione di queste costruzioni, abbinate a un sapiente montaggio, danno un realismo eccezionale e ci fanno sentire davvero come se stessimo in Vaticano).
Sembra tutto perfetto, dopo qualche fumata nera ecco che esce quella bianca, il popolo esulta, il mondo attende con ansia che si affacci dal balcone principale il nuovo successore di Pietro. E invece no, qualcosa va storto, il prescelto non ce la fa ad annunciarsi al mondo, resta seduto agonizzante ad urlare la sua disperazione. "Non ce la faccio!" grida, e scappa via, inseguito dalle sue debolezze.
In aiuto del neo-eletto verrà chiamato uno psicanalista non credente, ovvero Nanni Moretti, che straordinariamente in questo film riesce davvero a far ridere, è simpatico e (apriti cielo!) recita anche bene. Per tutto il film la sua presenza oscilla fra l'ironico e il sarcastico, fra la critica velata e la presa in giro. I suoi occhi da ateo non percepiscono l'ansia che c'è nei vescovi, l'ansia di avere un Papa che rifiuta il contatto col mondo esterno e con i suoi fedeli.
Organizza cosi partite a carte, chiacchierate sugli psicofarmaci che assumono i religiosi, tornei di pallavolo (memorabili le scene a rallenty delle varie partite nel cortile) mentre il nuovo Papa continua la sua ricerca di se stesso, girovagando per una Roma meravigliosa che non lo riconosce, frequentando sedute con altri psicoanalisti (una inutile e quasi fastidiosa Margherita Buy) cercando di capire quali sono le sue vere ambizioni e quali sono le cose che ha rinnegato nella sua vita in nome di Dio e della Chiesa, cercando di tornare indietro col tempo fino a riscoprire la sua vera passione da bambino, quella di diventare un attore.
Il film sta ricevendo già le prime critiche dagli ambienti vaticani, critiche ingiuste, perchè in questo film Nanni Moretti rende estremamente umani quelli che noi pensiamo siano esseri austeri e di una severità incontrollata: vescovi, preti, suore, il Papa stesso, le guardie svizzere, vengono presentati come persone comuni, con le loro ansie, le loro debolezze, le loro vanità, le loro passioni. Vengono messi tutti in un enorme calderone in cui ognuno reagisce secondo la propria coscienza e secondo i proprio impulsi: caratteristiche che difficilmente abbiamo visto collegate agli "abitanti" del Vaticano nel cinema e nel teatro.
Un film di una bellezza semplice, sorretto in maniera epica da un meraviglioso Michael Piccoli, straordinario in ogni scena, in ogni sua espressione, in ogni suo movimento: quasi commovente la scena in cui cammina in via della Conciliazione e ascolta rapito la meravigliosa "Todo Cambia" di Mercedes Sosa, mentre dentro, nelle mura del Vaticano, i vescovi ballano e battono le mani.
E c'è perfino tempo per una critica alle autorità ecclesisatiche di oggi, quando nel finale il nuovo Papa è costretto a confrontarsi col mondo ma soprattutto con i suoi limiti: "La Chiesa oggi ha bisogno di una guida che porti un cambiamento, un rinnovamento, che sappia accogliere ed amare tutti...e questa guida non sono io...". Una bacchettata incisiva, seppur velata, che però non colpisce come ci si aspetterebbe: dopotutto non interessa, non è un film che parla del Vaticano, è un film che parla di esseri umani.
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